B&W DM16

Il DM 16 è stato il diffusore alto di gamma del listino B&W nella fase di passaggio tra gli anni 1970 e 1980.

Si tratta di un tre vie dalle dimensioni e dalle prerogative non così dissimili da quelle dei modelli coevi e più noti di rango elevato, come ad esempio gli Yamaha NS 690 di cui ci siamo occupati qualche tempo fa.

Differenza sostanziale, nei loro confronti, è la presenza di un piedistallo, ben integrato nella struttura del diffusore, che fa dei DM 16 esemplari da pavimento, malgrado la similarità con i 690 che erano ritenuti invece da libreria, per quanto sui generis, all’epoca della loro commercializzazione.… Vai all'articolo

Yamaha NS 690

Nel momento in cui ho iniziato ad avvicinarmi alla riproduzione sonora amatoriale, tanti, troppi anni fa, una cosa tra le prime che ho imparato, in quanto ripetuta ovunque e senza posa, era che i diffusori giapponesi non andavano neppure presi in considerazione.

Tutto il resto, quale che fosse, poteva andare. Ma i diffusori giapponesi no, assolutamente.

Motivo, secondo la vulgata del tempo, il loro essere realizzati in funzione di una tradizione musicale, e della conseguente estetica sonora, che non avevano nulla a che fare con quella dell’occidente.… Vai all'articolo

Ho cambiato amplificatore e sono scontento. Ora che faccio?

Andrea di Vicenza mi ha inviato il messaggio che segue;

Buongiorno Claudio.
Innanzitutto un grazie per l’ospitalità e per il riscontro al mio commento sul tuo bellissimo articolo “Dieci piccoli inglesi”, quindi un grazie per l’aiuto qui offerto per l’eventuale miglioramento al suono del mio impianto.

Come detto, dal ‘94 ho avuto un amplificatore NAD 302 per lungo tempo abbinato ad una coppia di B&W DM600i a sospensione pneumatica, posizionata in una libreria. Con questo impianto seppur modesto ho ottenuto sonorità gradevoli senza bisogno di sostituzioni fino allo scollamento delle sospensioni in gomma.

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Sony PS-FL9, il giradischi che credeva di essere un lettore CD

Quando si è in procinto di lanciare un nuovo sistema di riproduzione, radicalmente diverso da tutto quel che c’è stato fino al momento prima, e con la consapevolezza che non sarà trascurato alcunché per far si che abbia non solo il successo maggiore ma elimini qualsiasi concorrenza nel tempo più breve, può accade di sovrastimare gli effetti che da esso deriveranno.

Prendendo atto delle nuove modalità operative e delle funzioni che sarebbero state permesse dal formato audio digitale e dal supporto che lo avrebbe reso fruibile, il CD, non era così fuori dal mondo pensare che sarebbero state desiderate anche nella riproduzione dei “vecchi” dischi analogici.… Vai all'articolo

Audio Research SP 4 + McIntosh MC 502

Ognuno ha le sue idee e anch’io, nel mio piccolo, ho ovviamente le mie. Tra quelle riguardanti il settore della riproduzione sonora, una delle prime è che se si ambisce a mettere insieme un impianto capace di dare vere soddisfazioni, ossia un’idea almeno vaga di trovarsi di fronte all’evento reale, la prima cosa da fare è evitare i Quattro dell’Apocalisse.

Non mi riferisco a uno dei classici del western all’italiana, genere che nella completa assenza degl’intenti celebrativo-propagandistici dell’epopea coloniale trovava il miglior punto di distinzione e contrapposizione sostanziale agli originali di provenienza hollywoodiana, dei quali era invece un elemento imprescindibile.… Vai all'articolo

Graaf GM 100, il bell’anatroccolo

Per molto tempo il GM 100 è stato il meno considerato tra gli amplificatori finali Graaf di costo maggiore. Stretto com’era nella morsa tra due esemplari di gran razza come il GM 20 e il GM 200 non ha avuto vita comoda, cosa che del resto, in quelle condizioni, sarebbe stata ardua per chiunque.

Il GM 100 non era un vero e proprio OTL, come lo erano invece gli altri due. La sua sigla infatti portava il suffisso TL, che sta per Transmission Line, significando l’impiego di una tecnica basata sulla presenza di un trasformatore prima delle uscite.… Vai all'articolo

Quando le casse erano di legno e i coni di carta: AR 4X

Oggi si parla spesso di vintage, intendendo con questa definizione un qualsiasi prodotto che abbia più di dieci, quindici anni di età.

Stavolta invece ci occupiamo di un diffusore che arriva nientemeno dagli anni sessanta, nel pieno fulgore della musica beat e di quello che da noi chiamavano yé-yé, causa lo scimmiottare dei nostri cantanti e gruppetti di musica giovane, all’epoca si chiamavano complessi, il tipico intercalare delle loro controparti inglesi basato sulla parola yes.

Purtroppo o forse per fortuna, sono sufficientemente vecchio da aver vissuto quell’epoca, sia pure in tenera età, e ne conservo tuttora ricordi vividi.… Vai all'articolo

Kef Cantor III

L’allestimento dell’impianto è un affare che col passare del tempo comporta un numero di grattacapi sempre maggiore. Anche e soprattutto dal punto di vista economico, in particolare quando si desidera un livello di qualità sonora che vada oltre la consueta mediocrità.

In quest’ambito l’impressione è che oggi qualsiasi cifra sia ritenuta plausibile, in particolare da chi ha l’incarico di definire i prezzi di vendita e poi da chi li deve far accettare al popolo bue. Di conseguenza l’appassionato non può far altro che adeguarsi, in particolare quando si va sul nuovo, che trascina con sé anche le quotazioni dell’usato.… Vai all'articolo

Il GM20 nell’anno 2020 (quasi 2021)

30-11-1997: questa data è incisa, insieme alla firma del progettista, sullo stampato del Graaf GM 20, finale a valvole senza trasformatori d’uscita che quindi è prossimo a tagliare il traguardo dei venticinque anni di vita.

Si potrebbe pensare che si tratti della data di costruzione dell’esemplare in proprio possesso: è invece di quella della delibera del progetto definitivo, destinato alla vendita al pubblico, che ha fatto seguito agli esemplari di preserie realizzati con la tecnica punto – punto allo scopo di verificare la fattibilità del progetto.… Vai all'articolo

I “magici” lettori CD degli anni 80

Qualche giorno fa ho ricevuto il messaggio seguente.

Buongiorno sig. Checchi, ho scoperto da poco il suo sito che trovo molto interessante e, oltre a complimentarmi con lei, vorrei approfittare della sua conoscenza in materia Hi-Fi per chiederle cosa ne pensa della teoria che vedrebbe i primi lettori CD degli anni 80 come macchine estremamente bensuonanti, e come panacea di tutti i problemi che affliggono il loro formato.
In particolare vorrei sapere se ha mai ascoltato e come considera l’idolatrato Grundig CD 7500 o Philips CD 303, a detta di molti un lettore sensazionale rimasto insuperato da tutto ciò che è venuto dopo.

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