Hi-Fi, prezzi folli e le apparecchiature che non usiamo

Stefano mi scrive:

Buon pomeriggio Claudio.

Non ci conosciamo, il mio nome è Stefano.

E’ davvero tanto tempo che la leggo e in ogni occasione capisco elementi fondamentali in un ambito tecnico che non mi appartiene.

La ringrazio per questo.

Rimango, ad ogni modo, un ascoltatore e lettore a livello musicale.

Il mio impianto è dedicato ai vinili, nonostante abbia anche diversi supporti digitali. E’ stato costruito e ha subito modifiche con il passare del tempo, anche grazie ad opportunità di acquisto che non ho necessariamente perseguito, sono soltanto capitate.

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B&W DM16

Il DM 16 è stato il diffusore alto di gamma del listino B&W nella fase di passaggio tra gli anni 1970 e 1980.

Si tratta di un tre vie dalle dimensioni e dalle prerogative non così dissimili da quelle dei modelli coevi e più noti di rango elevato, come ad esempio gli Yamaha NS 690 di cui ci siamo occupati qualche tempo fa.

Differenza sostanziale, nei loro confronti, è la presenza di un piedistallo, ben integrato nella struttura del diffusore, che fa dei DM 16 esemplari da pavimento, malgrado la similarità con i 690 che erano ritenuti invece da libreria, per quanto sui generis, all’epoca della loro commercializzazione.… Vai all'articolo

Accuphase E 203

Per la seconda puntata della serie “I Quattro dell’Apocalisse”, eccoci alle prese con uno degli amplificatori integrati più noti della storia della riproduzione sonora amatoriale.

E anche dei più desiderati. A questo proposito ricordo come a cavallo tra la fine degli anni settanta e i primi anni 80, tra i sogni miei e di altri appassionati che frequentavo all’epoca, ci fosse proprio lui, l’E 203. Ce n’era un esemplare nel negozio in cui ci recavamo spesso in pellegrinaggio, e talvolta si riusciva persino a comperare qualcosa, ma non passava volta che non lo ascoltassimo almeno per una buona mezzora, sempre più convinti che fosse esattamente l’oggetto cui ambire più di ogni altro.… Vai all'articolo

Il vintage e le sue insidie

Da qualche anno a questa parte gli appassionati di riproduzione sonora che si rivolgono alle apparecchiature d’epoca sono sempre più numerosi. Tralasciamo motivazioni, implicazioni e collaterali del fenomeno, ai quali sarà dedicato un articolo apposito, e andiamo diretti al nocciolo della questione.

Lo spunto proviene dal messaggio inviato qualche settimana fa da un appassionato, che mi ha contattato per via di alcuni problemi del suo registratore DAT, un Sony DTC 57ES.

Si tratta di una categoria di macchine che personalmente ritengo interessante: inesorabilmente sorpassate dall’evolversi della tecnica, non tanto dell’audio digitale quanto dei supporti utilizzati in quel settore, ma altrettanto significativa quale simbolo di un’epoca e ancor più di come non si esiti a sacrificare tecnologie promettenti pur di non intralciare il passo al sistema che si è stabilito debba essere predominante.… Vai all'articolo