Pre fono Audio 2C Minisolid

La scelta di affiancare un secondo preamplificatore fono al Minitube Phono è nata dalla volontà di realizzare un oggetto specificamente dedicato alle testine MM, che permettesse di avere prestazioni di  livello assoluto a costi nettamente più abbordabili.

Lo scopo è quello di dare a questa tipologia di testine, ritenuta erroneamente di minor pregio, la possibilità di esprimere il meglio delle loro caratteristiche, essendo proprio il pre fono l’elemento più critico in assoluto della catena analogica.

Come rilevato nell’articolo dedicato al confronto tra testine MC ed MM, queste ultime e tutto quanto le riguarda è gravato da un approccio fortemente riduttivo, tendente a relegarle in una sorta di limbo in cui ci si deve per forza di cose accontentare, dato che si tratterebbe di una scelta votata in primo luogo all’economia.

Nel momento in cui nei confronti del sistema a magnete mobile ci si pone nelle stesse modalità che si adottano per le MC, appare evidente che non hanno nulla da invidiare alla tipologia ritenuta più nobile.

Gli esemplari appartenenti a ognuna delle due tipologie esbiscono caratteristiche legate al sistema funzionale su cui sono basate, ben differenziate le une dalle altre. Pur nella sua specificità, una testina MM di livello non ha nulla da invidiare a una qualsiasi bobina mobile. Anzi spesso sono queste ultime che non possono issarsi ai livelli tipici delle MM, in particolare sui parametri più favorevoli a queste ultime: capacità di tracciamento e dinamica innanzitutto.

Come sempre avviene in questi casi, i luoghi comuni assumono un’importanza sproporzionata. Quelli relativi alle testine danno per scontata la superiorità delle MC, per i motivi descritti nell’articolo dedicato al confronto tra le due tipologie. In parte derivano dalle caratteristiche di fondo di ciascuna di esse e dalla destinazione che a suo tempo ne venne stabilita, ma anche e soprattutto all’abito mentale che ne è derivato, con cui ci si pone nei confronti delle soluzioni dedicate a ciascuna, secondo una prospettiva ormai anacronistica.

Questo vale anche, e in modo particolare, per il pre fono, laddove quello di qualità maggiore è per forza di cose adatto alle MC, mentre tutto ciò che è dedicato alle sole MM va a inserirsi nella fascia economica e come tale è progettato e realizzato. Si potrebbe ritenere allora che un pre fono di classe elevata, quindi provvisto anche di ingresso MC, sia la scelta migliore anche per un’MM di rango elevato. Si dà il caso però che in questo genere di apparecchiature gran parte dello sforzo tecnico e realizzativo sia dedicato proprio alla sezione di sensibilità più elevata, per forza di cose la più critica, mentre il resto non dico che sia fatto a tirar via ma non di rado dà l’impressione di essere li proprio perché non se ne può fare a meno.

E’ evidente allora che alfine di permettere anche alle MM di esibire fino in fondo le loro prerogative occorra un oggetto pensato e realizzato in primo luogo per le loro esigenze. Cosa che sul mercato oggi non esiste, proprio in funzione della convenzione vigente che attribuisce alle MM un ruolo di second’ordine, imponendole come la scelta tipica del vorrei ma non posso.

Al di là dell’esistenza di varie testine MM che dimostrano di non essere seconde a nessuno, non si vede il motivo per cui per avere una ragionevole certezza di sfruttarne appieno le caratteristiche  si debbano spendere soldi per qualcosa che non si utilizzerà mai, appunto lo stadio MC dei pre fono di classe elevata.

Il Minisolid invece offre all’utilizzatore di testine MM tutto quel che è necessario per fruire delle loro doti fino in fondo senza obbligare a niente altro, con un risparmio non indifferente da reinvestirsi, volendo, in parti dell’impianto che invece di restare inutilizzate contribuiscano a migliorarne in concreto il rendimento complessivo.  Meglio ancora, può essere utilizzato per dare alla sorgente analogica condizioni di contorno più indicate affinché possa esprimere con agio maggiore tutto il suo potenziale.

 

Semplicità prima di tutto

Come abbiamo visto nell’articolo dedicato al confronto tra testine MM e MC, le MM partono avvantaggiate nei confronti delle rivali in quanto necessitano di uno stadio di amplificazione in meno, rendendo quindi di complessità notevolmente inferiore il tragitto in cui deve passare il segnale, che per questo motivo ha ottime probabilità di essere preservato con maggiore accuratezza nelle sue prerogative originarie.

Questo ha un rilievo tanto più significativo se si considera che lo stadio di amplificazione in più necessitato dalle MC per poter funzionare viene a trovarsi in una posizione di criticità estrema, ossia laddove il segnale ha una tensione infinitesimale, nell’ordine dei decimi di mV. Come tale è assai più vulnerabile nei confronti di qualsiasi elemento possa inficiarne le qualità.

Se queste sono le condizioni di partenza, è evidente che un pre fono realizzato su misura delle prerogative delle testine a magnete mobile e che anzi ne vada a enfatizzare le caratteristiche, debba innanzitutto sfruttare a fondo tale punto di vantaggio e se possibile esaltarlo ulteriormente.

Ecco perchè dal Minisolid è abolito tutto quanto non sia strettamente necessario alla funzione primaria dell’oggetto, e anche la circuitazione è semplificata al massimo, proprio al fine di eliminare dal percorso del segnale ogni ostacolo non necessario e quindi ogni possibile elemento di degrado.

Pertanto sono banditi tutti quegli elementi che possano rappresentare una causa potenziale d’influsso negativo su quel che proviene dalla testina, che oltretutto si trova nella fase in cui è più vulnerabile. Di conseguenza l’inutile orpello con cui tanti costruttori adornano i loro preamplificatori fono, esempio tipico i numerosi selettori per sensibilità, guadagno, impedenza d’ingresso, capacità, che di fatto hanno la sola conseguenza di affossare le prestazioni del prodotto e di tutto quanto abbia la sventura di transitare al loro interno, oltretutto facendo credere di attribuire chissà quale apporto, è completamente abolito.

Del resto non ci vuole una scienza per capire che le interruzioni di continuità, le saldature e la cavetteria necessaria a porre quei dispositivi nelle condizioni di funzionare non solo arrecano un danno significativo e ben percettibile, ma sono la causa di degrado di gran lunga più importante per il segnale proveniente da qualsiasi giradischi.

Oltretutto, nella stragrande maggioranza dei casi la testina che si usa è una soltanto, quindi non si vede proprio il motivo di affossare le prestazioni sue e quelle del pre fono, che ricordiamo è il componente più importante ai fini del destino prestazionale della sorgente analogica, con la possibilità di variare le caratteristiche elettriche dell’ingresso e del circuito di amplificazione, destinate a restare inutilizzate. Malgrado ciò il loro apporto negativo lo si dovrà scontare durante l’intero l’arco di funzionamento dell’oggetto gravato da una zavorra siffatta, che può essere di anni e persino di decenni.

Eventualmente, nel momento in cui si cambia testina per utilizzarne una dalle diverse necessità, cosa che tra le MM è largamente improbabile tranne per rari casi specifici, un intervento di nessuna difficoltà porrà il pre fono nelle condizioni di affrontare al meglio la nuova situazione, senza bisogno di ricorrere all’impiego di componenti accessorie tanto dannose.

Lo spingere tanto sulla presenza di dispositivi che in pratica fanno solo danno, come si vede fare in ambito pubblicitario e recensorio, che in pratica sono la stessa cosa, è solo uno dei paradossi più evidenti tra i molti che hanno luogo nell’ambito della riproduzione sonora amatoriale.

Come rilevato a suo tempo, quei dispositivi danno all’utilizzatore una falsa sicurezza di potersi adattare alle situazioni più disparate o meglio improbabili: in definitiva la stessa dei controlli di tono e degli altri marchingegni escogitati per intervenire sul segnale per forza di cose degradandolo, mentre in realtà non fanno altro che mettere l’utilizzatore nell’impossibilità di sfruttare al meglio gli oggetti che possiede e per i quali ha speso somme quasi mai indifferenti. Che spesso, anzi, sono costate rinunce e sacrifici.

 

Realizzazione

Come abbiamo detto più sopra, il per fono Minisolid è improntato alla massima semplicità realizzativa e circuitale. Da un lato per sfruttare a fondo questo elemento di vantaggio offerto dalle testine MM rispetto alle MC, dall’altro perchè è proprio alla base della filosofia Audio 2C la ricerca della massima semplicità, quale elemento primario e fondamentale per l’ottenimento di doti sonore d’eccellenza.

Se lo scopo delle apparecchiature audio è quello di rendere possibile la riproduzione sonora, possibilmente con la qualità maggiore possibile, tutto quello che non è necessario allo scopo va rimosso, in quanto fonte di degrado, interazione, maggiori costi di costruzione e non di rado d’inganno, mentre tutto quel che non si può eliminare dev’essere della maggiore qualità possibile.

Pertanto si è scelta come spesso avviene la soluzione dell’alimentazione alloggiata in un telaio distinto e separato: oltre a essere peculiarità delle apparecchiature più efficaci in assoluto, permette sia il dimensionamento privo di compromessi dei componenti di alimentazione, sia il tenerli a distanza in modo da evitare qualsiasi possibilità di influsso negativo nei confronti di una circuiteria che ha un compito assai delicato, quello di lasciar passare un segnale che si trova più esposto ai disturbi di origine esterna, arrecandogli il minor fastidio possibile.

L’alimentazione quindi è largamente sovradimensionata, ben oltre i limiti che sulla carta apparirebbero necessari per circuitazioni caratterizzate da un assorbimento contenuto, che però non va assolutamente sottovalutato, non solo in termini qualitativi.

La circuiteria audio trova posto su schede distinte e separate per ciascun canale, scelta che ha dimostrato di influire in maniera palese non solo sulle doti di separazione ma anche su quelle di accuratezza nei confronti del segnale e della capacità di spingere l’indagine sulle sue componenti a livelli largamente irraggiungibili anche da elettroniche di ben altro costo. La costruzione mediante l’impiego della tecnica punto-punto, infine, più complessa e difficoltosa rispetto all’impiego dei tradizionali circuiti stampati, riduce allo stretto indispensabile le interruzioni di continuità nel percorso del segnale, massimizzando nello stesso tempo le doti di conduzione, ancora una volta a vantaggio per le qualità sonore del pre fono come di qualsiasi altra apparecchiatura dedicata alla riproduzione sonora.

 

L’ascolto

Fin dal momento in cui il primo prototipo ha inziato a funzionare, la sorpresa è stata grande.

La capacità del Minisolid di entrare fin nei meandri più minuti del segnale proveniente dalla testina ha dimostrato di essere davvero oltre ogni attesa. La sua precisione è di prim’ordine, per i dettagli, la dinamica, la separazione e soprattutto la capacità di rendere percettibile senza difficoltà la tessitura più minuta della timbrica di ogni strumento. Ne deriva una naturalezza fin quasi disarmante e nello stesso tempo la sensazione che finalmente tutto quanto esce dalla testina trovi il suo concretizzarsi.

Come dice il suo nome, il Minisolid impiega componenti attivi a stato solido. Questo potrebbe essere visto come una scelta riduttiva nei confronti del valvolare, ma all’atto pratico si rivela l’opposto.

Va detto innanzitutto che data la sua naturalezza, l’analogico messo nelle condizioni di esprimersi come può e deve non ha bisogno alcuno dell’opera di ingentilimento e stondatura tipica del valvolare, che invece abbiamo imparato essere fondamentale per il digitale.

Data la sua trasparenza, ovviamente quando è utilizzato come si deve, lo stato solido e in particolare ai bassi livelli di segnale è in grado di conferire quella marcia in più in termini di analisi neutrale, ovvero priva di aggiunte magari eufoniche, che all’atto pratico consentono a quella naturalezza di emergere, in maniera persino disarmante.

Dunque il Minisolid non sparge sulla sonorità analogica vernici magiche a base di armoniche pari, ma riesce a far percepire a fondo tutto quanto esce dalla testina con una completezza fuori dal comune, in un contesto di accuratezza ed equilibrio altrettanto inusuale.

Bando dunque agli effetti speciali cui oggi si tende ad associare con grave faciloneria l’eccellenza in termini di qualità di riproduzione,  che in tali condizioni non può essere altro che falsata fin dalle sue origini. Si lascia spazio invece a una naturalezza e a una trasparenza che proprio in quanto tali sono l’effetto speciale più godibile e redditizio.

Non a caso, disponendo di una sorgente analogica di valore, riesce oltremodo difficile staccarsi da essa e passare ad altro, quando a eseguire la preamplificazione è il Minisolid.

La sua capacità di entrare nei meandri più reconditi del segnale, ma senza per questo dar luogo a esasperazioni timbriche che spesso sono la vera origine di determinate sensazioni, è un altro tra i suoi punti di forza. La dinamica propria di un arpeggiato di chitarra, nel susseguirsi dei tocchi dell’esecutore sulle corde, la completezza della timbrica delle percussioni, soprattutto nel rilascio e più in genere per la complessità dell’inviluppo di un impulso che invece si è abituati a ritenere un semplice colpo, sono due aspetti che comprovano la capacità di scendere molto a fondo nell’indagine sulle componenti del suono. Si tratta ovviamente di cose destinate ad ascoltatori esperti e dalla capacità di concentrazione ben allenata, laddove altri potrebbero preferire la tendenza a esasperare gli estremi banda e più in genere a dar vita a sonorità pompate e per questo ritenute più avvincenti, proprio per tali caratteristiche prive delle doti di completezza necessaria per dar vita a un ascolto di qualità effettivamente superiore.

La qualità d’indagine del Minisolid fin nei meandri più reconditi dell’informazione è un altro tra i suoi aspetti più sorprendenti, che si evidenzia anche con le registrazioni meglio conosciute, delle quali si colgono senza difficoltà elementi che in precedenza si perdevano dietro lo sfondo.

La capacità di tenere saldo il bandolo della matassa anche quando il segnale si fa più ostico e un numero rilevante di esecutori è presente sulla scena è un altro tra i punti di forza, anche in condizioni simili viene mantenuta una capacità sorprendente d’indagine e di recupero del particolare.

Anche la ricostruzione della scena sonora è di efficacia ragguardevole, completando al meglio il profilo sonico del Minisolid.

Un altro aspetto di grande interesse è la capacità di attribuire alle incisioni di rock progressivo una connotazione qualitativa che sinceramente ho sempre faticato a trovare in passato, con elettroniche di qualsiasi prezzo. Ne deriva un piacere d’ascolto fin quasi inedito per programmi che siamo abituati a riconoscere come eccellenti dal punto di vista artistico ma alquanto manchevoli per qualità di riproduzione. Ne deriva una nuova esperienza d’ascolto, che se da un lato dà grande soddisfazione, dall’altro dimostra la totale inutilità di rimasterizzazioni improbabili, e spesso incongrue e raffazzonate, nonché prive del rispetto che si deve a qualsiasi opera d’arte.

Registrazioni relativamente più moderne, come quelle realizzate quando ci si avvicinava all’epilogo dell’epoca d’oro dell’analogico, brillano ancor più per pulizia, fluidità e precisione, ricavando anch’esse dall’impiego del Minisolid un’evidenziazione forse ancora più sollecita per le loro doti intrinseche di qualità.