Il Microsolid è l’ultimo nato tra i preamplificatori fono Audio 2 C. Il suo scopo è di permettere praticamente a chiunque l’accesso a un preamplificatore fono dalle qualità sonore particolarmente spiccate, tali da liberare pressoché appieno il potenziale di qualsiasi sorgente analogica.
A questo proposito va ricordato che proprio il preamplificatore fono è l’anello di gran lunga più critico dell’intera catena analogica. Una sua inadeguatezza funzionale va a penalizzare anche il giradischi e la testina più raffinati ed esclusivi, mentre uno realmente efficace può far rendere in maniera inopinata, proprio a livello di musicalità, una sorgente cui si sarebbe portati ad accordare poca o nessuna fiducia.
Questo è esattamente quanto accaduto, come vedremo in seguito.
Come il modello maggiore Minisolid, dal quale deriva direttamente, è dedicato alle testine MM, considerate non come un vorrei ma non posso, ma per quello che possono offrire realmente, davvero tanto, a patto ovviamente di metterle nelle condizioni necessarie affinché si esprimano al meglio.
La scelta di restringerne l’impiego alle testine MM ha permesso di dedicare tutte le risorse disponibili a tale obiettivo, su cui è concentrato tutto lo sforzo realizzativo, senza che lo si disperda in complicazioni sostanzialmente inutili, velleitarie e per forza di cose dannose. Come tali sono destinate a ben figurare soprattutto sulla carta e a chiacchiere, destino tipico di tutte le opzioni destinate a restare inutilizzate nella stragrande maggioranza dei casi, ma che assorbono comunque risorse e componentistica. Hanno quindi il loro costo, per forza di cose distolto da quanto necessario alle funzioni primarie dell’apparecchiatura, che per conseguenza ne vengono penalizzate, oltretutto in grande misura.
Questo si deve anche alla maggiore complessità circuitale necessaria per determinate soluzioni, come sempre dannosa, e che si risolve regolarmente nel frapporre un numero di ostacoli sensibilmente maggiore sul percorso del segnale, con i problemi inevitabili che ciò comporta.
Se si tratta di aspetti rilevanti in una qualsiasi apparecchiatura, lo sono ben di più nel momento in cui ci si deve confrontare con un segnale di tensione infinitesimale, e quindi enormemente più vulnerabile a qualsiasi influsso, come quello fornito da una qualsiasi testina, notoriamente dell’ordine di qualche millesimo di Volt.
Praticamente il nulla.
Al di là delle scerlte operate a livello tecnico e costruttivo, è proprio nell’approccio filosofico alla realizzazione dell’apparecchiatura che si pone una seria ipoteca sul comportamento dell’apparecchiatura finita. Nel momento in cui si fanno le scelte giuste, ossia quelle finalizzate esclusivamente all’ottenimento del livello massimo in termini prestazionali, in particolare sotto il profilo della qualità sonora, questa ne verrà grandemente beneficiata.
Nel momento in cui si decide di andare per farfalle, dando un’importanza maggiore agli elementi di contorno, come quelli destinati a fare bella figura sulla carta, in fotografia, nelle chiacchiere a vuoto dei recensori e sulle tabelle tecniche, probabilmente si ottiene di predisporre meglio l’acquirente potenziale nei confronti del proprio prodotto, ma su fattori esclusivamente teorici, che vanno inevitabilmente a penalizzare l’oggetto riguardo al suo comportamento sul campo, rendendolo con ogni probabilità inadeguato, innanzitutto a livello sonico.
Si tratta di sottigliezze oggi trascurate dalla pubblicistica di settore, che anzi tende per sua stessa inclinazione a favorire gli oggetti già in partenza destinati a un rendimento insoddisfacente, in quanto provvisti delle caratteristiche migliori su cui imbastire il maggior numero di chiacchiere, ma che all’atto pratico si rivelano sostanzialmente penalizzanti, oltretutto in larga misura.
Dunque pur nella sua economicità il Microsolid ha tutto quanto necessario per ottenere il meglio in termini di qualità sonora, a livello filosofico prima ancora che progettuale e realizzativo.
Sotto questo profilo, appunto il rendimento sul campo, abbinato a un giradischi, anche economico e al resto dell’impianto, è assolutamente sorprendente, come dicono peraltro le testimonianze dei suoi utilizzatori, particolarmente lusinghiere e che vedremo tra poco.
Del modello maggiore il Microsolid conserva appieno l’impostazione generale, caratterizzata dalla realizzazione a due telai, tipica dei preamplificatori fono di gran classe e che costano molte volte il suo prezzo. Si tratta di una scelta pagante a livello tecnico e prestazionale, che permette di realizzare una sezione di alimentazione finalmente all’altezza della situazione, cosa altrimenti negata sui pre fono di prezzo simile, che devono rassegnarsi agli asfittici alimentatori da telefonino, quando va bene.
Inutile ricordare che proprio l’alimentazione è il primo elemento atto a permettere di ottenere determinate prestazioni in termini tecnici e soprattutto di qualità sonora.
Gli alimentatori a corredo dei pre fono di costo non impossibile, oltre alla loro potenza molto scarsa, calcolata sui limiti inferiori delle possibilità operative delle apparecchiature cui devono fornire energia, sono caratterizzati da una semplice tensione di uscita bipolare, che oltre all’inadeguatezza di fondo dell’alimentazione stessa comporta una serie di compromessi non indifferente a livello della realizzazione dei circuiti di segnale, responsabile in prima istanza del livello di prestazioni ampiamente migliorabile tipico di quel genere di apparecchiature.
L’alimentazione del Microsolid è invece del tipo a zero centrale, che oltre a comportare una realizzazione più complessa e raffinata, abbinata ai valori di tensione e corrente più indicati per far esprimere al meglio i circuiti di segnale, permette l’impiego delle soluzioni meglio adatte per l’ottenimento di un livello prestazionale realmente valido. Ossia il solo da ritenersi degno di considerazione, anche per un oggetto destinato alla fascia d’ingresso della categoria merceologica in cui è incluso, appunto quella dei preamplificatori fono.
Quella a corredo del Microsolid è sovradimensionata sotto ogni aspetto, anche se non nelle proporzioni tipiche del modello maggiore e permette alla sezione di audio di ottenere risultati molto oltre le aspettative.
Ferma restando l’alimentazione separata, l’elemento di risparmio principale per il Microsolid, nei confronti del modello da cui deriva direttamente, riguarda l’impiego di contenitori in materiale sintetico, in luogo di quelli in metallo e alluminio del Minisolid. Si tratta di un fattore puramente estetico, che come tale non influenza il rendimento dell’elettronica in quanto tale.
La sezione di segnale utilizza uno schema elettrico identico a quello del Minisolid, realizzato però su una topologia stereofonica anziché dual mono. Questo permette un ulteriore risparmio, sia pure nel mantenimento della componentistica utilizzata per il modello maggiore, a ulteriore garanzia di doti sonore di prim’ordine.
La cura dedicata alla realizzazione è esattamente la stessa, in modo tale da realizzare un oggetto capace di far esprimere al meglio qualsiasi giradischi e testina MM, e addirittura a livelli prestazionali del tutto sorprendenti, in assoluto e ancor più per elettroniche di costo così contenuto, sfatando almeno per questa volta il mito dei costi improponibili cui occorre far fronte desiderando un analogico all’altezza della situazione.
Il corredo del Minisolid è completato da connettori con isolatore in teflon, altra scelta fuori scala per i pre fono di prezzo contenuto, di un morsetto di massa effettivamente in grado di fare il suo dovere e da connessioni XLR tra telaio di alimentazione e di segnale.
La presenza della presa IEC permette l’impiego di un cavo di alimentazione di qualità, altro aspetto non sempre considerato nelle apparecchiature di prezzo abbordabile, quasi sempre corredate da un cavetto integrato, dalla sezione più indicata per un lumino da cimitero.

Uno tra i punti forti del Microsolid è la sua capacità di far esprimere anche sorgenti molto economiche in modo tale da permettere al loro possessore di assaporare le vere possibilità dell’analogico in termini di realismo, naturalezza e capacità di coinvolgimento, su un piano prestazionale da impianto di classe, che mai si prevederebbe per oggetti inclusi nella fascia più economica.
Questa prerogativa si è rivelata in maniera sorprendente anche per me, nel momento in cui ho avuto modo di provarlo sull’impianto di un appassionato, caratterizzato diciamo così, da margini di miglioramento particolarmente ampi.
L’unica sua vera prerogativa degna d’interesse è la presenza di una coppia di Tannoy Eaton, pilotati di un vecchio amplificatore Sony, mentre la sorgente è davvero economica, trattandosi di un Pro-Ject Debut dotato di testina Ortofon Blue.
Anche in un contesto del genere il Microsolid è riuscito a indurre nell’impianto una sonorità dalle numerose prerogative di alto livello qualitativo, tali che le si riterrebbe riservate a sistemi di ben altro rilievo. Con l’impiego di un buon cavo di segnale, sempre Audio 2C, ha dato luogo a una sonorità finalmente in grado di rendere giustizia al sistema analogico, caratterizzata in primo luogo da realismo, attendibilità e piacevolezza, oltre i limiti di solito attribuibili anche a catene ben più costose.
Vediamo a questo proposito le valutazioni espresse dal possessore dell’impianto.
Ciao Claudio, ti invio la mia recensione, a presto.
Buongiorno a tutti,
mi sento in dovere di dare un giudizio riguardo alle apparecchiature, ai cavi e ai preziosi consigli che ho avuto modo di ricevere dal signor Claudio Checchi e che mi hanno portato a migliorare notevolmente l’ascolto del mio impianto.
Premetto che, non essendo un esperto e nemmeno un possessore di elettroniche e dispositivi di fascia alta, i pareri che andrò ad esprimere sono quelli di uno che utilizza le proprie orecchie come strumento principale di valutazione, cercando di spiegare senza troppi fronzoli e tecnicismi quanto è occorso.
L’apparecchiatura in questione fornitami da Claudio è il pre phono Microsolid, insieme a una coppia di cavi di segnale. I consigli ricevuti riguardano in particolare cavi di alimentazione, posizionamento delle casse rispetto al giradischi e perfino come stabilizzare quest’ultimo. Da tutto ciò è emerso un allargamento della scena sonora, maggiore separazione dei canali stereo ma soprattutto, un aumento notevole per estensione e potenza della gamma bassa e della presenza di quella medio bassa che mi ha quantomeno colto di sorpresa. Altra cosa secondo me che vale la pena di sottolineare è rappresentata da un miglioramento in termini di fedeltà e realismo delle voci e una maggiore raffinatezza dei suoni in generale che rende possibile l’ascolto a volumi altrimenti improponibili.
Quello che poi mi preme sottolineare (ma chi legge i suoi articoli già se ne può rendere conto) è l’estrema passione con cui Claudio affronta il discorso della riproduzione sonora, mettendo a frutto tutta la sua esperienza ai fini dell’equilibrio, della resa e delle potenzialità dell’impianto.
Spero che quanto descritto sopra possa dare un’idea di quella che è stata la mia esperienza e possa essere utile a qualcuno.
Buon ascolto a tutti, Leonardo.
Qui di seguito invece i messaggi che mi ha inviato un altro utilizzatore del Microsolid

Penso che non occorra dire altro, riguardo alle doti sonore del Microsolid.
Come sempre resto a disposizione di chiunque desideri ulteriori delucidazioni al riguardo.