Audio 2C DAC 95-2

Al giorno d’oggi i DAC stanno conoscendo il loro massimo successo, quello che avrebbero meritato già decenni addietro.

La loro funzione e le loro potenzialità non sono forse state comprese a suo tempo, per quanto la nozione inerente il fondarsi della riproduzione sonora di qualità elevata sulla massima specializzazione delle apparecchiature che compongono l’impianto, sia di dominio comune in pratica da sempre.

In sostanza i convertitori separati rappresentano oggi il bastione che le sorgenti digitali oppongono più validamente all’analogico, il cui revival sta assumendo ormai proporzioni incredibili solo qualche anno fa.

Come avviene talvolta, i DAC hanno trovato il terreno per essi più fertile nel momento in cui le condizioni del mercato e il loro utilizzo predominante ne penalizzano alquanto il potenziale. Infatti la cosiddetta musica liquida, per una somma di motivi che approfondiremo nello spazio opportuno, ossia in un articolo ad essa dedicato, non riesce a ad assurgere ai livelli qualitativi ottenibili a partire dall’impiego di un normale lettore CD, utilizzato come trasporto, poi collegato a un DAC per via digitale.

Questo a dispetto della pretesa obsolescenza del formato 44,1 kHz/16 bit, rispetto alla quale si suona la grancassa per mere esigenze commerciali. Come sempre del resto.

Oltretutto il mercato attuale dei DAC trabocca letteralmente di quelle che a me piace definire scatole di fiammiferi, dai contenuti decisamente ingannevoli e inadeguate sotto ogni punto di vista.

Essendo in grado di confrontarsi con i formati più avanzati e a maggiore densità di dati, danno per questo un’idea di qualità all’aspirante compratore che per forza di cose non corrisponde con la realtà dei fatti. Proprio perché in contenitori tanto risicati non è materialmente possibile inserire il necessario a far si che un’apparecchiatura possa esprimere un potenziale, per quali che sia, e quindisuoni come deve. Il che evidentemente ha poco o nulla a che vedere con la densità dei formati con cui è compatibile.

Questi in sostanza sono solo numeri, che in quanto tali esprimono grandezze di ordine quantitativo. La qualità, in particolare quella inerente la sonorità di un’apparecchiatura audio, è invece altra cosa. Addirittura può essere il contrario, come sostengono diverse fonti, dato che più cresce il numero di dati da trattare e più aumentano per forza di cose le difficoltà nel misurarsi con il segnale audio che essi vanno a formare.

In ogni caso il DAC Audio 2C 95-2 è perfettamente adatto agl’impieghi tradizionali, quelli in abbinamento a un lettore CD, come a quelli inerenti la cosiddetta musica liquida.

A questo riguardo la sua dotazione comprende un ingresso USB compatibile con tutti i formati audio digitali ad alta risoluzione.

La sezione d’ingresso digitale si avvale di un circuito integrato di produzione Asahi Kasei, l’AK 4118, oggi riconosciuto come il meglio disponibile in quest’ambito. In particolare è il suo jitter particolarmente ridotto a porlo ai vertici della sua categoria. Per jitter s’intendono i lievi scostamenti dei dati digitali sull’asse dei tempi, già all’epoca del CD individuati da molti come il principale elemento di degrado nella catena audio digitale.

Se questo avveniva già ai tempi in cui la frequenza di campionamento del segnale audio digitale era limitata a 44,1 kHz, e il singolo dato aveva una certa durata in termini di tempo, quindi per quale che fosse il suo scostamento non poteva che avere un’incidenza limitata nei suoi confronti, ora che i segnali digitali hanno frequenze di campionamento ben più elevate, la durata di ogni singolo campione va a ridursi fortemente, rendendo di fatto il jitter un fattore doi gran lunga più critico rispetto a un tempo.

Di conseguenza, la capacità del sistema di ridurre ai minimi termini lo scostamento sull’asse dei tempi di ciascuno dei compioni formanti il segnale audio digitale diventa un fattore d’importanza basilare.

Il contenimento del jitter comporta una sonorità più completa e dettagliata, maggior precisione sui fronti di salita e di discesa, una superiore capacità di definire il fronte sonoro e l’immagine stereofonica, incrementando le capacità di controllo su tutte le frequenze dello spettro udibile.

Di fatto il jitter influenza la riproduzione sonora a tutto campo, in merito ai diversi parametri su cui si articola la sua connotazione qualitativa.

Il DAC 95-2 utilizza una coppia di convertitori D/A AK 4495 SEQ di produzione Asahi Kasei, fabbricante all’avanguardia nel settore digitale i cui prodotti non temono rivali in particolare per la qualità sonora, malgrado nell’ambito delle apparecchiature di origine industriale siano enormemente più diffusi convertitori realizzati da altri marchi, soprattutto per questioni di costo.

I convertitori operano secondo una configurazione dual mono, e sono tra i pochissimi oggi sul mercato in grado di operare direttamente sul segnale in formato DSD, senza bisogno di convertirlo in PCM prima del suo passaggio in analogico. Questo comporta una precisione e una qualità d’ascolto nettamente maggiori in confronto alle macchine basate su convertitori di tipo tradizionale.

Gli AK 4495 SEQ sono in grado di operare con segnale campionato a 384 kHz/32 bit.

La sezione di uscita del DAC 95-2 può essere sia a stato solido, con amplificatori operazionali a componenti discreti, dai quali sono completamente banditi i mefitici circuiti integrati, scelta che attribuisce un’ulteriore caratterizzazione qualitativa di rilevanza particolare alle doti sonore della macchina.

E’ disponibile inoltre la versione con stadio d’uscita valvolare, con ulteriore netto incremento delle doti sonore.

Anche scegliendo la versione a stato solido, è possibile in un secondo tempo realizzare l’aggiornamento all’uscita  valvolare, possibilità negata dalla produzione di origine industriale.

La componentistica passiva è curata in modo particolare, nulla a che vedere con quanto utilizzato sulle apparecchiature commerciali, sulla base di considerazioni inerenti la doti sonore del DAC, prescindendo completamente dalle questioni di costo che sono la palla al piede del prodotto commerciale, sia pure di prezzo molto elevato.

In questo modo la rispondenza del DAC ad un’eventuale crescita dell’impianto è pienamente assicurata, senza costringere ai costosi cambi di apparecchiatura cui costringe la produzione commerciale.

La sezione di alimentazione utilizza tre trasformatori separati, di tipo toroidale, uno per la sezione digitale e due per quella analogica. Il loro valore complessivo in termini di VA non è dissimile da quello di un amplificatore finale di potenza elevata. Anche il resto della componentistica, raddrizzatori, condensatori di filtraggio eccetera, è scelta in funzione delle migliori doti sonore, ancora una volta con soluzioni inimmaginabili per la produzione di serie.

Un esempio riguarda i bus dedicati al flusso che dai trasformatori passa alle capacità di filtraggio, realizzati con rame pieno da 2mm di spessore, per solidità e densità del flusso di corrente neppure paragonabili a quelle delle apparecchiature di serie, che utilizzano piste di circuito stampato dello spesso di qualche micron.

La qualità sonora di una qualsiasi apparecchiatura si concretizza anche per mezzo di scelte del genere, che sono tuttaltro che inezie.

L’impiego dei trasformatori menzionati e delle altre soluzioni descritte porta il peso dell’unità oltre gli 8 kg.

La sezione d’ingresso USB si avvale di una topologia a funzionamento asincrono da 1000 MIPS (milioni di istruzioni per secondo) tra le più avanzate disponibili, compatibile tra l’altro con ogni formato DSD.

Il parco ingressi è completato da una presa ottica. Tutti sono commutabili per mezzo della manopola presente sul frontale.

Il cablaggio interno è curato con la massima attenzione. Sia nei passaggi relativi alla corrente di alimentazione, sia per quelli di segnale, per cui sono previsti conduttori realizzati manualmente a partire da argento monocristallo 4N.

Le doti sonore della macchina rispecchiano le cure profuse nella sua realizzazione, ma a questo proposito credo sia meglio lasciare la parola a uno dei suoi possessori.

 

Buongiorno Claudio, come stai? Come hai trascorso il lock-down?

Innanzi tutto ti devo chiedere di perdonarmi! L’educazione mi avrebbe dovuto imporre di ringraziarti per bel il lavoro svolto, molto tempo fa. Non ho scusanti!
Hai ottimizzato, stravolgendolo, il mio Trichord Dino, tanto da renderlo irriconoscibile: finalmente ciò che la mia DV 20X2L legge me lo restituisce con il dovuto dettaglio e realismo. La ricostruzione scenica è ampia e con voci e strumenti ben distinguibili e collocati.
In sostanza ero così contento, nonostante gli ovvi dubbi iniziali (di cui credo tu possa renderti conto: in fin dei conti non ti conoscevo, ma disponibilità, gentilezza e competenza mi hanno convinto) , che poco dopo ti ho chiesto di farmi un convertitore per il Linn Majik DS, macchina onesta ma discutibile visto il prezzo richiesto.
Non sono bravo a fare delle recensioni, ma ti posso dire che ho avuto modo di confrontarla ad un Chord Qutest (avuto a casa mia) e ad un Chord Hugo TT2 (ascoltato in un ambiente diverso ma con la stessa amplificazione e stessi diffusori), elettronica dal costo spropositato ma esteticamente bello e particolare (😅!!! ): ovviamente non posso dire che il TT2 suoni male, ma il tuo DAC, a mio parere, a parità di palcoscenico ed intelligibilità strumentale ha maggiore analogicità e dolcezza; il Qutest non lo prendo neanche in considerazione… La prestazione del Dino, sia pure ottimizzato, come già mi avevi anticipato è stata ampiamente superata!

Grazie
Un caro saluto
Alessandro

A questo punto resta solo da fare una precisazione: le impressioni ricavate da Alessandro riguardano il DAC 95-2 con uscita a operazionali basati su componenti attivi discreti, ovviamente sopravanzata e non di misura da quella valvolare, mentre la macchina in tale veste comporta un impegno pari a meno del 30% rispetto a quella menzionata nel confronto, che nelle recensioni ad essa dedicate è data ai vertici del segmento attorno ai 5000 euro.

Il DAC 95-2 è il modello intermedio dei DAC Audio 2C, che vede al vertice il modello DAC 97-2 e come modello d’entrata DAC 99. Tutti sono disponibili con stadio d’uscita a componenti discreti oppure valvolare, con aggiornamento eseguibile anche in un secondo tempo.