Hi-Fi, istruzioni per l’uso. Che cos’è l’impianto e a cosa serve

In un’epoca ormai lontana esistevano ancora un’etica e dei valori, già allora esposti all’attacco senza quartiere del consumismo, del quale vediamo oggi gli effetti di mercificazione totale e assoluta nei confronti di qualsiasi cosa si trovi sulla faccia della Terra. In conseguenza l’informazione nel suo insieme, e ancor più quella di settore, aveva intrapreso il cammino che l’avrebbe trasformata in mera comunicazione, elemento essenziale allo scopo.

In quel periodo mi stavo avvicinando alla riproduzione sonora e la stampa di settore tentava ancora di spiegare quali ne fossero i principi di base, insieme ai rudimenti della tecnica necessari affinché si avesse almeno una minima infarinatura riguardo ai processi che la governano.… Vai all'articolo

Hi-Fi, prezzi folli e le apparecchiature che non usiamo

Stefano mi scrive:

Buon pomeriggio Claudio.

Non ci conosciamo, il mio nome è Stefano.

E’ davvero tanto tempo che la leggo e in ogni occasione capisco elementi fondamentali in un ambito tecnico che non mi appartiene.

La ringrazio per questo.

Rimango, ad ogni modo, un ascoltatore e lettore a livello musicale.

Il mio impianto è dedicato ai vinili, nonostante abbia anche diversi supporti digitali. E’ stato costruito e ha subito modifiche con il passare del tempo, anche grazie ad opportunità di acquisto che non ho necessariamente perseguito, sono soltanto capitate.

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L’impianto da due milioni di Lire negli anni 80. E oggi?

Un appassionato, credo si chiami Sandro, mi ha scritto un messaggio che per errore mio è andato perduto.

Se lo ritiene opportuno mi riscriva, in modo che possa avere le maggiori delucidazioni che avevo intenzione di chiedergli, per una risposta adeguata alla sua situazione specifica e non solo sul piano generale, come lo è quella che segue. Essendo destinata alla lettura del pur scarso pubblico che segue questo sito, per forza di cose deve affrontare una serie di argomenti non strettamente attinenti alla condizione personale del richiedente e purtuttavia necessari per la comprensione dei motivi che hanno portato alle differenze sostanziali tra oggi e allora.… Vai all'articolo

Pollai audiofili parte seconda: l’esperimento di Asch

A completamento della prima parte di questo articolo mi sembra indicato descrivere un esperimento che ritengo fondamentale per l’argomento che in essa si è trattato.

Non solo per la comprensione di determinati fenomeni, ma anche per il modo in cui un qualsiasi individuo può essere spinto a dirsi convinto di tesi che in cuor suo sa perfettamente siano errate. E, in conseguenza di quanto appena detto, come alle piattaforme in apparenza destinate alla socializzazione e alla comunicazione tra le persone si possano in realtà attribuire scopi di controllo delle percezioni e delle reazioni.… Vai all'articolo

Pollai audiofili, Disneyland e il paradosso di Dunning-Kruger

Nel momento in cui un qualsiasi comparto merceologico pone in evidenza capacità di penetrazione commercialmente interessanti, in breve va a svilupparsi la creazione di tutta una serie di prodotti mirati, specialistici, pensati apposta per gli utilizzi della particolare clientela che vi è interessata.

Così, col tempo anche i prodotti per gli appassionati di riproduzione sonora, nel frattempo ribattezzati audiofili secondo un neologismo di pessimo gusto, una volta che il loro numero ha oltrepassato il livello di soglia critica sono andati via via moltiplicandosi.… Vai all'articolo

B&W CDM 1 NT

Riprendiamo dopo qualche tempo l’argomento relativo ai B&W CDM 1, per esaminarne l’ultima versione, quella che se vogliamo potrebbe rappresentare il culmine della loro evoluzione e il capitolo finale della “saga”, riguardante uno tra i diffusori più indovinati in assoluto della storia recente della riproduzione sonora. Come tale non poteva far altro che andare incontro al suo destino, deciso in misura maggiore dalle dinamiche del cosiddetto marketing rispetto alle sue vere qualità, in effetti numerose e ragguardevoli.… Vai all'articolo

Da Moog e Fender Rhodes all’intelligenza artificiale

C’è stato un tempo in cui il Moog e il Fender Rhodes, altrimenti noto come piano Fender, spopolavano insieme all’organo Hammond. Era appunto quello in cui la musica che si suonava aveva la sua caratteristica primaria nella libertà.

Libertà d’ispirazione e di esecuzione, senza porsi limiti o recinti di sorta, concetto fondamentale alla base del rock progressivo e di tutti i generi ad esso collegati, libertà di argomenti da toccare e approfondire per mezzo delle proprie opere musicali, il cosiddetto concept album è stato uno tra i criteri fondanti e tra le espressioni più proficue del progressive, e infine libertà di suoni, laddove per qualsiasi musicista che volesse distinguersi dagli altri sotto l’aspetto timbrico era necessario intervenire sul proprio strumento in prima persona.… Vai all'articolo

1983-2023: 40 anni di digitale-2

Per la seconda puntata dell’articolo dedicato al quarantennale dell’audio a codifica binaria riprendiamo da dove avevamo lasciato, ossia dalla pretesa perfezione del CD.

Come abbiamo rilevato la volta scorsa, se realmente fosse stata tale che bisogno ci sarebbe stato di togliere di mezzo l’analogico a ogni costo, sia pure provvisoriamente, visto che poi dopo un ventennio di morte apparente è tornato più vivo e pimpante di prima? Non doveva la sua stessa perfezione attribuire al digitale una superiorità tale da permettergli di dominare senza problemi su ogni altro tipo di supporto, senza bisogno di aiuti esterni?… Vai all'articolo

Abbinamento braccio – testina fra teoria e pratica

Antonio mi scrive:

Salve. Nel ringraziare per la saggezza (e la chiarezza) che attraverso questo blog dispensi agli audiofili, vorrei porre una domanda, per capire meglio il tema dell’interfacciamento braccio-testina.

Posseggo un braccio “The Wand” (un braccio unipivot in carbonio) con il giradischi omonimo, che suona con una testina Shelter 501 II. Al momento dell’acquisto, avevo ascoltato l’insieme dal rivenditore e verificai anche la compatibilità meccanica con i dati “di targa”. IL braccio, infatti, ha massa 12,5 mentre la testina ha massa 8,1 g e cedevolezza 9 x 10-6 cm/Dyne.

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1983-2023: 40 anni di digitale

Un tempo, quando ne avevo circa venti o forse meno, era diffuso il detto “La vita comincia a 40 anni”.

Sinceramente non ho mai capito se questo volesse significare l’ingresso nell’età matura e quindi la capacità di cogliere il significato, l’essenza della vita stessa, oppure funzionasse da elemento consolatorio per l’uscita definitiva dall’epoca caratterizzata ancora da un qualche collegamento alla gioventù.

Ora, a 40 anni di vita appena compiuti, il digitale si trova nella fase forse più contraddittoria della sua esistenza, che di contraddizioni irrisolvibili è stata letteralmente costellata, da prima ancora che nascesse.… Vai all'articolo