Pollai audiofili parte seconda: l’esperimento di Asch

A completamento della prima parte di questo articolo mi sembra indicato descrivere un esperimento che ritengo fondamentale per l’argomento che in essa si è trattato.

Non solo per la comprensione di determinati fenomeni, ma anche per il modo in cui un qualsiasi individuo può essere spinto a dirsi convinto di tesi che in cuor suo sa perfettamente siano errate. E, in conseguenza di quanto appena detto, come alle piattaforme in apparenza destinate alla socializzazione e alla comunicazione tra le persone si possano in realtà attribuire scopi di controllo delle percezioni e delle reazioni.… Vai all'articolo

Pollai audiofili, Disneyland e il paradosso di Dunning-Kruger

Nel momento in cui un qualsiasi comparto merceologico pone in evidenza capacità di penetrazione commercialmente interessanti, in breve va a svilupparsi la creazione di tutta una serie di prodotti mirati, specialistici, pensati apposta per gli utilizzi della particolare clientela che vi è interessata.

Così, col tempo anche i prodotti per gli appassionati di riproduzione sonora, nel frattempo ribattezzati audiofili secondo un neologismo di pessimo gusto, una volta che il loro numero ha oltrepassato il livello di soglia critica sono andati via via moltiplicandosi.… Vai all'articolo

B&W CDM 1 NT

Riprendiamo dopo qualche tempo l’argomento relativo ai B&W CDM 1, per esaminarne l’ultima versione, quella che se vogliamo potrebbe rappresentare il culmine della loro evoluzione e il capitolo finale della “saga”, riguardante uno tra i diffusori più indovinati in assoluto della storia recente della riproduzione sonora. Come tale non poteva far altro che andare incontro al suo destino, deciso in misura maggiore dalle dinamiche del cosiddetto marketing rispetto alle sue vere qualità, in effetti numerose e ragguardevoli.… Vai all'articolo

Da Moog e Fender Rhodes all’intelligenza artificiale

C’è stato un tempo in cui il Moog e il Fender Rhodes, altrimenti noto come piano Fender, spopolavano insieme all’organo Hammond. Era appunto quello in cui la musica che si suonava aveva la sua caratteristica primaria nella libertà.

Libertà d’ispirazione e di esecuzione, senza porsi limiti o recinti di sorta, concetto fondamentale alla base del rock progressivo e di tutti i generi ad esso collegati, libertà di argomenti da toccare e approfondire per mezzo delle proprie opere musicali, il cosiddetto concept album è stato uno tra i criteri fondanti e tra le espressioni più proficue del progressive, e infine libertà di suoni, laddove per qualsiasi musicista che volesse distinguersi dagli altri sotto l’aspetto timbrico era necessario intervenire sul proprio strumento in prima persona.… Vai all'articolo

1983-2023: 40 anni di digitale-2

Per la seconda puntata dell’articolo dedicato al quarantennale dell’audio a codifica binaria riprendiamo da dove avevamo lasciato, ossia dalla pretesa perfezione del CD.

Come abbiamo rilevato la volta scorsa, se realmente fosse stata tale che bisogno ci sarebbe stato di togliere di mezzo l’analogico a ogni costo, sia pure provvisoriamente, visto che poi dopo un ventennio di morte apparente è tornato più vivo e pimpante di prima? Non doveva la sua stessa perfezione attribuire al digitale una superiorità tale da permettergli di dominare senza problemi su ogni altro tipo di supporto, senza bisogno di aiuti esterni?… Vai all'articolo

Abbinamento braccio – testina fra teoria e pratica

Antonio mi scrive:

Salve. Nel ringraziare per la saggezza (e la chiarezza) che attraverso questo blog dispensi agli audiofili, vorrei porre una domanda, per capire meglio il tema dell’interfacciamento braccio-testina.

Posseggo un braccio “The Wand” (un braccio unipivot in carbonio) con il giradischi omonimo, che suona con una testina Shelter 501 II. Al momento dell’acquisto, avevo ascoltato l’insieme dal rivenditore e verificai anche la compatibilità meccanica con i dati “di targa”. IL braccio, infatti, ha massa 12,5 mentre la testina ha massa 8,1 g e cedevolezza 9 x 10-6 cm/Dyne.

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1983-2023: 40 anni di digitale

Un tempo, quando ne avevo circa venti o forse meno, era diffuso il detto “La vita comincia a 40 anni”.

Sinceramente non ho mai capito se questo volesse significare l’ingresso nell’età matura e quindi la capacità di cogliere il significato, l’essenza della vita stessa, oppure funzionasse da elemento consolatorio per l’uscita definitiva dall’epoca caratterizzata ancora da un qualche collegamento alla gioventù.

Ora, a 40 anni di vita appena compiuti, il digitale si trova nella fase forse più contraddittoria della sua esistenza, che di contraddizioni irrisolvibili è stata letteralmente costellata, da prima ancora che nascesse.… Vai all'articolo

Panini volanti: intervista con Maurizio Giammarco, decano del jazz nazionale

Inizio giugno 1972: esco da scuola, ero agli ultimi giorni di terza media, e mi precipito a Villa Pamphili dove si teneva il festival rock omonimo. Si chiamava ancora Caracalla Pop, in omaggio al luogo in cui l’anno precedente si era tenuta la prima, leggendaria edizione.

I gruppi iniziarono ad avvicendarsi sul palco già dalle prime ore del pomeriggio, malgrado la luce abbagliante e il caldo non favorissero la presenza scenica e forse neppure le esecuzioni.… Vai all'articolo

Cambiare il pick up laser, prendere un altro lettore e le possibili alternative

Fabio mi scrive da Varedo (MB):

Buongiorno Claudio
ieri sera, per caso, ho scoperto il suo sito internet e devo prima di tutto ringraziarla per la compostezza, precisione e appropriatezza del linguaggio tramite il quale manifesta il suo pensiero.

Condivido le sue generali considerazioni di ordine sociale, culturale ed economico, di fronte alle quali siamo purtroppo distratti e subalterni, occupati dalle quotidiane, materiali incombenze della nostra vita.

Sono appassionato di musica (Zappa compreso!) ma abbastanza ignorante sugli argomenti tecnici e non capace di metterli a confronto, argomenti che leggo esposti con chiarissime digressioni su questo sito.

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Liquefare l’analogico? No, grazie.

Roberto mi scrive:

Gentile Claudio,
mia moglie, caratterizzata da WAF e finezza audiofila elevatissimi, quando metto su un LP se ne esce sempre distrattamente con fasi insindacabili del tipo: “…è un’altra cosa…”. E sì che il CD player che abbiamo è quanto di meglio io abbia mai sentito a costi relativamente accettabili (4.000 $), infatti ci piace molto…

Ma è accaduto che dopo 40 anni di servizio se ne andò il pre. Verificata l’impossibilità di ripararlo me ne sono costruito uno a tubi solo linea, rimandando la realizzazione in proprio di un riaa quando ne avessi avuto il tempo e mi fossi imbattuto in un progetto convincente.

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