B&W CDM 1 nr.2: le mie CDM 1

di Diego Spano

La mia vita, in un modo o in un altro, è sempre stata accompagnata dalla musica. Da giovane studiando pianoforte classico prima, chitarra elettrica poi, infine facendo per un poco il musicista.

Fino a quando ho realizzato, dopo l’ennesima serata in un club, che come al solito il noleggio delle apparecchiature audio costava praticamente quanto l’incasso. Cosa che mi ha fatto venire in mente che magari sarebbe stato meglio iniziare ad acquistare pian piano gli impianti audio con gli incassi. Dopo 20 anni mi ritrovo amministratore e socio di maggioranza di una società di noleggio audio e luci e video (service) di media grandezza.

Voi direte cosa c’entra tutto questo con un articolo sul blog dell’amico Checchi? Bè forse niente, ma forse tanto. Perché per il settore audio professionale dei service, e per professionale intendo da un punto di vista prettamente economico, ovvero dove si spende tanto per gli impianti ma dove si incassa anche tanto grazie ad essi, questo aspetto fa veramente tutta la differenza del mondo nell’approccio all’acquisto.

Si, perché spendere anche tanto per un amplificatore, piuttosto che per un diffusore, implica una variabile molto ampia di conoscenze non solo commerciali ma anche e soprattutto tecniche, e di orecchio.

Ho voluto fare questa piccola premessa per raccontare il mio approccio da anziano, ho 50 anni (quindi è un giovane per l’età media del settore n.d.C.C.), al mondo dell’hi-fi che chiude il ciclo della mia vita dedicata quasi interamente all’amore per le 12 note, senza le quali questo pianeta sarebbe praticamente invivibile.

Decido pertanto di cominciare a informarmi in maniera totalmente casuale su Internet, partendo dal punto fermo che tutto avrebbe dovuto ruotare attorno all’ingresso, anzi al ritorno, del vinile nella mia abitazione. Quindi comincio da ignorante in materia da Internet, come penso oramai faccia il 99% degli umani, navigando nel mare delirante del web.

Non ricordo il perché ma ho stabilito di partire da un classico dei giradischi, che anche un profano come me ha sentito spesso nominare da vecchi amici, ovvero il Rega Planar, nel mio caso per motivi di budget il modello 3. Abbino a questo una testina MC di fabbricazione giapponese di cui rimango molto soddisfatto.

Passo poi alla scelta dell’ampli, e qui per motivi geografici e di conoscenza personale vado su un Audia Flight, il cui fabbricante è praticamente sotto casa mia. A questo punto arriva il problema che secondo me è il più grande come nel mondo dei service, che è sempre quello dei diffusori.

Premessa: grazie ad un amico riesco ad avere in prestito per un mese, dei piccoli diffusori di fabbricazione est-europea di cui sinceramente non ricordo la marca, in modo da permettermi di ascoltare intanto i 2 acquisti fatti, nell’attesa di accumulare il necessario per poter prendere dei diffusori miei.

Arriva finalmente il giorno. Mi reco nella Capitale dopo aver tirato giù un paio di indirizzi dei commercianti più quotati, almeno su Internet, di impianti hi end.

Scelgo purtroppo una bruttissima giornata, raffiche di vento tipo a 200 all’ora, dopo la Cristoforo Colombo mi cade un pino secolare dal diametro di 2 metri circa praticamente quasi sulla macchina, facendomi rischiare la vita, se non grazie ad un riflesso dell’ultimo momento.

Proseguo verso la meta e arrivo al primo negozio in agenda. Come al solito Roma è sempre Roma: i proprietari aprono con circa 30 minuti di ritardo. Se il buongiorno si vede dal mattino…

Entro, negozio abbastanza disordinato, vengo fatto accomodare in una piccola sala d’ascolto, dove trovo 3 modelli di diffusori di 3 marche diverse e soprattutto di costi diversi.

Non ricordo il modello di ampli utilizzato, mettono su dei brani in sequenza, generi musicali molto diversi, apprezzo delle cose in più rispetto ad un modello, cose in meno rispetto ad un altro eccetera.

Sinceramente, e questo mi lascia un pò perplesso, non rimango particolarmente colpito dalle sonorità dei diffusori provati. Soltanto un modello prevale rispetto agli altri. Chiedo chiarimenti al titolare, mi dice che è l’ultimo modello di un noto costruttore, bla bla bla, devo dire costruttivamente molto ben fatto, bello anche da vedere. Vengo al dunque, chiedo il prezzo, mi si dice 3.600,00 euro circa la coppia, rimango abbastanza sbalordito. Voi direte: perché?

Come amministratore di una società di service, ho acquistato negli anni diversi diffusori, di ben altra taglia, potenza, peso, e di conseguenza componentistica. Ho conosciuto, parlato e anche lavorato a fianco dei progettisti, ingegneri con conoscenze e curriculum incredibili a fianco dei più grandi artisti internazionali, dove si lavora con produzioni milionarie, biglietti da 300 euro a persona. Capite bene rischi, responsabilità, penali da pagare.

Bene, personalmente con 1.800 euro vi posso assicurare che oggi si compra un diffusore con almeno 2 coni da 10 pollici, e 2 trombe da 1,3 pollici in guida d’onda, per la tecnologia line array oramai di utilizzo quasi globale nella musica dal vivo (le famose “banane” che vedete nei concerti).

Ci aggiungete 20 kg almeno di legno trattato, sagomato, tutta la parte meccanica per la sospensione, connettori, maniglie, ecc. arrivi a bestie da 140 db 1 mt. che pesano 35 kg, con spettro praticamente lineare da quanto fatte bene, e poi mi ritrovo una cassetta che pesa 10 kg con 2 woofer da 6,5 o anche meno e una piccola tromba, che costa lo stesso. Qualche dubbio vuoi non mi venga?

Voi subito direte, vabbè non è che puoi confrontare 1 kg d’ottone con 1 kg d’oro, che senso ha?

E’ proprio qui il bello. I costruttori di componenti audio, nello specifico woofer, trombe, ecc così come poi i famosi marchi che producono il diffusore finito, anche se destinati a utenze molto diverse, praticamente rispettano dei procedimenti costruttivi, dei costi di produzione e di ingegnerizzazione, molto simili. Anzi, essendo la musica dal vivo molto più tendente ad un grosso pubblico e quindi girano molti ma molti soldi, rispetto ad un settore quasi in estinzione come quello dell’alta fedeltà, la ricerca con i relativi costi è sempre molto intensa.

In sintesi, il costo del piccolo diffusore hi end rispetto alla grande cassa da concerto è essenzialmente un furto.

A questo punto mi scende il gettone e capisco che anche i costi di tutti gli altri componenti dell’impianto che siano ampli, lettori cd, dac, giradischi, ecc. sono di molto gonfiati rispetto al loro valore reale, mi faccio un conto ad occhio quasi 1/7 ovvero un acquisto di 700 euro, vale in realtà 100 euro.

Morale, mi fermo immediatamente nella corsa agli acquisti.

E qui Claudio, se avete letto alcuni dei suoi articoli, vi giunge in aiuto. Purtroppo la logica dei fabbricanti mette al primo posto il mero guadagno economico, di conseguenza la componentistica utilizzata è quasi sempre di basso livello, i progetti sono praticamente identici a quelli di 20 anni fa, quindi tutto è votato al solo ed esclusivo raggiungimento dei profitti.

Dopo lo stop agli acquisti direi insensati, inizio a pensare a delle soluzioni alternative.

Cosa fare in momenti come questo, quando ti trovi da solo contro un sistema strutturato, affermato, invalicabile; unico modo di penetrarlo è di affidarsi a chi ci si trova dentro da una vita.

Faccio delle ricerche in rete, e ad un certo punto mi appare il sito di Claudio Checchi, per la passione dell’audio. Leggo i suoi articoli, e da subito mi traspare una sua scelta coraggiosa di andare contro corrente, di parlare senza tanti fronzoli, ci leggo delle verità nei suoi articoli, anche se come ultimo arrivato ho sempre un pò di timori al riguardo, vista la mia quasi totale ignoranza nel settore.

Allora decido di scrivergli una mail. Dopo 20 minuti mi risponde e iniziamo a confrontarci. Così scopro che abitiamo a una cinquantina di chilometri di distanza. Perfetto, ci accordiamo per un incontro, lo vado trovare a casa sua, in un giorno un po’ speciale per lui, perchè compie 21 anni (ahahahah), mi invita cortesemente a pranzo, dove conosco la speciale cucina della sua compagna, e ci confrontiamo sui nostri alquanto diversi mondi dell’audio.

Capisco subito che sto parlando con la persona giusta, che può aiutarmi nella mia corretta ricerca di un prodotto valido, che costi il giusto rispetto al suo valore. Lui alla fine mi dice: Diè, cerca su Internet usate delle vecchie casse della B&W, il modello CDM1, le dovresti trovare sui 350/400 euro in ottimo stato. Vista la tua esperienza nel settore, vai, provale e se non ravvedi problemi di ordine strutturale/sonoro, prendile che poi te le sistemo io. A questo punto non capisco più. Cosa vuol dire me le sistemi tu? Lui mi dice, non ti preoccupare, le apro, gli do una sistemata e poi vedi come vanno.

Ricapitoliamo. Claudio Checchi, mai visto e conosciuto, lo incontro per la prima volta a casa sua, mi invita a pranzo, mi fa mangiare da paura grazie alla maestria di donna Paola, mi apre le sue conoscenze nel mondo dell’alta fedeltà gratuitamente. Mi consiglia di comprare dei diffusori vecchi di 20 anni !!!!!

Sono un pò spaventato, però ravvedo in lui a pelle tanta sincerità, a volte anche troppa… Decido di fidarmi. Mi metto alla ricerca dei diffusori su Internet, li trovo per fortuna sempre abbastanza vicini geograficamente, decido di partire per andare a prenderli.

Li ha un grande studio di registrazione, addirittura 3 coppie, tutte tenute benissimo.

Il titolare mi accoglie molto cordialmente, e la mia prima domanda è: perchè avete acquistato addirittura 3 coppie di questi diffusori? Lui mi risponde pacatamente e mi dice: c’è stato un periodo in cui Sting diceva a tutti gli studi del mondo che non avrebbe registrato i suoi dischi, se nello studio non ci fossero state delle CDM1 della B&W. Conseguenza ovvia, tutti gli studi del mondo hanno iniziato ad acquistare le CDM1. Lo ha detto Sting!

Rimango basito da questa storiella, me li fa ascoltare, splendidi, fantastici, puliti, lineari, li prendo al volo e me ne vado. 350 euro la coppia, perfetti anche esteticamente, di un bel color mogano. Altro che 3.600 euro. Follia!

Chiamo Claudio, tutto contento e gli dico. Cla, secondo me vanno già benissimo, perchè vuoi modificarli, si rischia di fare danni e basta. Lui comincia a snocciolarmi i motivi per fare quella che lui definisce ottimizzazione, come al solito mi convince, per quella sensazione di fiducia che mi trasmette, decido di darglieli. Dopo 10 giorni mi chiama e mi dice sono pronti.

Parto per andare a ritirarli, questa volta porto dell’ottimo pesce fresco a donna Paola, che si supera cucinando forse il miglior soutè di cozze che ho mangiato in vita mia. Porto anche un ottima bottiglia di Franciacorta, e chiaramente le casse diventano l’ultimo pensiero della giornata.

Riparto nel tardo pomeriggio, torno a casa, le attacco, accendo e: miracolo del Checchi, le già di loro splendide CDM1, con le modifiche prendono ancora di più vita, negli estremi gamma, nel fronte e nello spazio sonoro, nella gamma centrale, ancora più bella e luminosa. Insomma è un’altra cassa, con un basso che non fa rimpiangere diffusori da pavimento.

Lo chiamo e lo ringrazio per circa 30 minuti al telefono. A questo punto mi fermo a pensare su quanto abbia fatto bene a fermarmi nella corsa insensata agli acquisti, e capisco come il mio lavoro sia stato fondamentale per farmi capire in neanche 2 mesi quanto il mondo dell’alta fedeltà sia pericoloso, pieno di insidie, direi soprattutto di ignoranza. Dove vedo, anzi leggo, di persone che spendono parecchie migliaia di euro per acquisti di macchine che in realtà valgono un settimo di quello che costano, quindi innescando un meccanismo perverso di spesa, che mai arriva a soddisfare le vere richieste dell’appassionato. Perché poi di questo ho parlato, anche troppo, fino ad ora: di passione.

Ringrazio me stesso per aver fatto valutazioni prima razionali, poi passionali, che come al solito faccio un pò per tutti gli aspetti della mia vita, nella scelta di quello che comunque sarà il mio impianto casalingo di alta fedeltà, ma soprattutto devo ringraziare Claudio Checchi perché mi ha illuminato sulla strada da seguire: spero che insieme prima o poi riusciremo a trovare una soluzione dai costi giusti che soddisfi tutte le mie richieste.

Grazie

Grazie a te Diego per le belle parole e per il resoconto della tua avventura nel piccolo mondo della riproduzione sonora amatoriale.  

 

6 thoughts on “B&W CDM 1 nr.2: le mie CDM 1

  1. Sarei curioso di sapere quali modifiche migliorino quelle B&W. Cambio del tipo dei condensatori del filtro ? Revisione completa del filtro, pendenze etc etc. ?

    1. Ciao Francesco, l’intervento eseguito è descritto negli altri articoli dedicati ai CDM 1, elencati a fine articolo.
      Riguardano il rifacimento del crossover, del cablaggio e della coibentazione interna.

  2. Grande!
    E con questa testimonianza penso di aver capito anche io (super neofita) quale sarà la scelta del diffusore e della conseguente modificazione… appagante e saziatoria da tutti i punti di vista!
    Daje Claudio!

    1. Grazie Riccardo, il tuo apprezzamento è veramente gradito ed è un incentivo a continuare per la mia strada.

  3. L’avevo già contattata un Po di tempo fa è vorrei sapere se si può migliorare il mio attuale è forse definitivo!? Impianto ampli 05 rotel lettore sempre rotel 06se diffusori cerwin vega ls 15. Con un mondo dammirazioni è stima nei suoi confronti e la sua santa ò quasi disponibilità le porgo i miei più cordiali saluti!!

    1. Ciao Roberto, grazie delle tue parole.
      Ho risposto il 10 dicembre scorso alla mail che mi hai inviato sull’argomento.
      In ogni caso, si, è sempre possibile intervenire su una qualsiasi apparecchiatura, quantomeno per ridurre gli effetti causati dalle scelte tipiche della logica industriale, che tiene sempre in maggior conto l’economicità delle soluzioni rispetto alla loro funzionalità.
      Qualora tu sia interessato a un intervento migliorativo, ricontattami mediante il modulo di contatto presente sul sito, possibilmente fornendo un indirizzo email valido.
      A presto

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