Ancora su “prova d’ascolto”

Alberto di Modena mi (ri)scrive:

Ti ringrazio Claudio per la tua chiara e pronta risposta in merito alla mia in effetti strana richiesta di abbinare un Pre Audio Research ad un Finale Spectral.
Gli amici che hanno fatto queste prove e che mi hanno suggerito di fare quando possibile lo stesso a casa mia, sono stati spronati chi più’ e chi meno, dal fatto di avere un suono nella catena esistente leggermente asciutto e con certi generi poco eufonico.
Ora a prescindere dai diffusori, dal proprio ambiente e dalla musica che si ascolta, devo dire che anche nel mio sistema ho notato questa caratteristica,rispetto a un anno fa quando avevo un altro tipo di elettroniche. Io amo del suono Spectral la grande neutralità’,velocità,dettaglio e controllo,ma con gli attuali diffusori Focal Utopia Alto,pago un pelo di asciuttezza in gamma Medio alta,nulla più’.
Per questo motivo sarei curioso di fare questa prova,che d’accordissimo con te va un po’ contro la filosofia di Spectral a livello progettistico e di filosofia di suono.
DI certo posso migliorare il mio sistema e ovviare a questo seppur piccolo,difetto con alcuni generi musicali,ma mi piacerebbe capire fino a che punto e se ha un senso fare queste prove e dedicare tempo.Spero di essere stato abbastanza chiaro e attendo i tuoi commenti,sempre molto utili e descritti in maniera semplice e molto pacata.
Saluti

Bentornato Alberto. Se la mia risposta precedente ti è sembrata chiara, vedrai che questa lo sarà ancora di più. Innanzitutto mi sembra strano che si comprino apparecchiature che non fanno nulla per nascondere la loro connotazione per poi lamentarsi delle caratteristiche che pongono in evidenza, una volta installate nella propria abitazione. Oltretutto dopo l’esperienza già fatta da amici, che dovrebbe insegnare qualcosa. Ecco perché, sopratutto quando ci si accinge a spese del genere, il poter disporre di persone realmente in grado di dare un consiglio disinteressato, ammesso che lo si voglia stare a sentire, diventa importante. Dato che è proprio così che si evita di buttare soldi dalla finestra. Scusa se mi esprimo in questi termini ma il succo del tuo quesito continua a sembrarmi contraddittorio. Detto questo, dal mio punto di vista la prova che ti è stato consigliata non ha molto senso. Perché come ti ripeto andresti a correggere un errore con uno di segno opposto e di parecchio più marchiano. Il che non potrebbe fare altro dal peggiorare la situazione.
Ritengo probabile che il tuo problema sia nell’abbinamento di elettroniche e diffusori entrambi forse un po’ spinti su certi particolari, nei confronti delle caratteristiche dell’installazione che hai eseguito al riguardo.
E’ evidente però che se hai fatto quelle scelte, i tuoi gusti sono indirizzati su sonorità di un certo tipo. Allora che senso avrebbe andare su cose ad essi del tutto contrarie?
Ora, non so proprio fino a che punto possa avere un senso strangolare tutto con un pre non “eufonico”, ma per scelta del suo costruttore senza verve né dinamica, dato che lo stesso costruttore ha deciso che dagli impianti che includono le sue elettroniche non debba mai trasparire alcunché di vitale. Per tema che possa essere preso per un difetto, al pari di come si potrebbe interpretare anche solo un’ impronta alla brillantezza, quali che siano le caratteristiche della registrazione.
Con elettroniche come quella ritengo che perderesti gran parte delle caratteristiche di presenza in ambiente, realismo e precisione del tuo impianto.  A quel punto tanto varrebbe comperarsi un caterpillar, se l’intento è quello di spianare tutto. E a buon bisogno si risparmierebbe pure qualche soldo.
Allora secondo me non andresti a migliorare ma solo a sminuirne le caratteristiche, facendone intanto un ibrido senza capo né coda, e poi una grossa radio, in termini di sonorità, con l’intento di rendere un difetto meno palese.
Ciò non toglie che tu possa fare una prova al riguardo, e le prove se fatte con un minimo di cervello ma soprattutto possedendo i parametri necessari a valutarne correttamente il responso non sono mai una perdita di tempo. Quantomeno se non comporta spese eccessive.
Fin qui il mio commento alla proposta dei tuoi amici, da qui in poi il mio modo di vedere certe cose.
Sono un incrollabile avversatore del continuo cambio di apparecchiature, che a mio avviso produce solo il sostituire uno o più difetti con altri non di rado peggiori. Lasciando irrisolti i problemi di fondo perché non risiedono laddove si crede di trovarli. Da ciò deriva l’insoddisfazione perenne che rappresenta la sindrome endemica numero 1 degli appassionati di riproduzione sonora. La sindrome numero 2 è quella inerente il rimpianto per la leggendaria apparecchiatura venduta “per errore”, o forse a propria insaputa, tanti anni fa. Entrambe sono dovute proprio all’approccio profondamente inadeguato con cui si realizzano gli impianti, e più che mai quelli di alto livello, che non potrà mai essere lo stesso di uno di classe intermedia.
Ecco il motivo dell’esplosione del vintage: non perché le apparecchiature siano peggiorate oltremodo rispetto a quelle d’epoca, con i loro condensatori svenuti e cavi ossidati, tutt’altro. E’ l’approccio degli appassionati del tutto inadeguato alle caratteristiche e alle necessità delle migliori apparecchiature di oggi.
Così gli appassionati, dopo aver preso numerose e costose cantonate, cercano di tornare alle condizioni del tempo che fu, quando non c’era bisogno di accortezze che nessuno si cura di spiegare loro. Dato che riviste e siti internet pensano solo a reclamizzare il nuovo prodotto del costruttore tal dei tali, convincendo gli appassionati che per fare il “grande impianto” basta avere il denaro per comperarne i componenti.
In realtà le cose stanno in modo profondamente diverso. Il Sito Della Passione Audio è nato anche e soprattutto per provare a colmare almeno in parte determinate lacune. Gli insulti e i tentativi di delegittimazione, oltretutto puerili, ricevuti da fonti ben precise quando ha sollevato la cappa di silenzio riguardo ad alcuni argomenti, sono la prova che l’interesse preponderante è quello di lasciare le cose come stanno. Dato che l’appassionato deve solo comperare, sostituire, comperare di nuovo e così via, fino a consunzione. Che avviene il giorno in cui si stanca e molla tutto. Poi, se è proprio mediante il forzare all’esasperazione questo ciclo senza senso che si è voluto suicidare il settore e ridurre al lumicino la passione di tanti, pazienza. Forse dovremmo sforzarci di capire che numerose tra le caratteristiche sonore di un impianto derivano non dalle apparecchiature da cui è composto. ma dalle condizioni in cui le si fa operare.
Quindi, prima di fare cambiamenti così radicali, e improduttivi, inizierei appunto con il porre quelle che possiedi nelle condizioni di esprimersi come potrebbero.
Personalmente ritengo sia probabile che agendo in quel modo salveresti capra e cavoli. Ossia potresti utilizzare le elettroniche che preferisci insieme con i tuoi diffusori, stemperando gran parte dei difetti da te lamentati e riportandoli a proporzioni accettabili. E forse eliminandoli.
D’altronde più si persegue il perfezionamento e più basta un nonnulla per rovinare il risultato. Il difetto che ne deriva, oltretutto, assume proporzioni tanto più evidenti proprio per la capacità di apparecchiature del genere di porre ogni elemento della riproduzione nella visibilità migliore.
Quindi più grande è l’impianto, più grandi sono i problemi che può creare e più grandi sono le proporzioni con cui evidenzia i limiti delle registrazioni che gli si fanno riprodurre. Di conseguenza maggiori sono le accortezze che occorre mettere in campo affinché possa esprimersi come deve. Poi andrebbe anche capito che all’impianto non si dovrebbe chiedere di correggere i difetti delle registrazioni.
Questo modo di vedere le cose, del tutto contrario a quanto suggerito dalla pubblicistica di settore, che tende a raffigurare l’incremento delle prestazioni quale funzione diretta della spesa affrontata senza altre condizioni, e all’opinione dominante, mi viene indicato dalle esperienze che ho potuto fare nel corso del tempo.
Eccoti dunque il mio pensiero, espresso come sempre in piena franchezza.

A questo punto la scelta sta a te.
Puoi spendere un mucchio di soldi per stravolgere le caratteristiche del tuo impianto in base alle quali lo hai scelto a suo tempo, limitando le sue potenzialità, oppure metterne in ballo una frazione per fare in modo che possa esprimersi nel modo dovuto, avvicinandosi molto di più al tipo di sonorità che vorresti.