Libri e installazioni

Fabrizio mi scrive:

A Claudio vorrei chiedere una cosa:
Ho letto a diverse riprese il libro “Get Better Sound” di Jim Smith, nel quale viene a più riprese detto che il peggior posizionamento delle elettroniche è quello tra i diffusori, e invece invariabilmente vedo elettroniche messe in bella mostra tra diffusori anche con woofer di notevoli dimensioni, con inevitabili problemi di acoustic feedback, ecc.. , problemi ai quali si tenta di ovviare con tavolini sempre più pesanti, disaccoppiatori vari, eccetera. Il tutto secondo me per mettere al contro l’ aspetto onanistico del possesso del sempre più grande, costoso e inutile.
La MUSICA in secondo piano, sempre…
Sconsolante.

Caro Fabrizio, grazie del commento.
Inizio col dire che i frequentatori del sito forse non saranno tantissimi ma sono di qualità superlativa. Un commento come il tuo ne è la migliore delle riprove.
Ti dirò, i libri sull’argomento di nostro interesse possono essere un bel passatempo, riguardo alla loro lettura, ma poi all’atto pratico ho l’impressione che lascino un po’ il tempo che trovano. In particolare per il fatto che della riproduzione sonora e dei meccanismi che la regolano si sa ancora troppo poco, senza contare il fatto che ciascuno ha una visione propria e del tutto particolare al riguardo. E poi, soprattutto per il motivo che ogni impianto vive di vita propria e ha le sue leggi al riguardo, che in altri contesti potrebbero essere completamente sovvertite.
L’argomento da te sollevate pone in evidenza come spesso chi si dedica ad attività come quelle inerente la scrittura di un libro finisca spesso con l’essere alquanto fuori contatto con la realtà. Andando a proporre soluzioni che potrebbero in teoria favorire un elemento, penalizzandone però numerosi altri. In questo caso quelli di praticità, concernenti l’installazione di un impianto e ancor più riguardo alla vivibilità degli ambienti in cui essa avviene, quasi mai dedicati in esclusiva all’ascolto di musica.
Non è detto poi che gli spazi a disposizione, quasi sempre risicati come quelli delle abitazioni di oggi, permettano di ottenere una maggiore distanza tra diffusori e impianto, installando quest’ultimo lateralmente. Si potrebbe pervenire invece a una situazione opposta, dato che il diffusore più vicino potrebbe finire con il trovarsi a distanza ancora minore. Spesso, anzi, l’installazione centrale delle elettroniche è praticamente obbligata.
Comunque la si ponga, l’attenzione per l’isolamento delle apparecchiature è un elemento fondamentale per ottenere determinati risultati, essendo parte delle condizioni di contorno che soprattutto a partire da certi livelli diventano più importanti delle apparecchiature stesse. Con buona pace dei misuristi e di quanti, a iniziare dalla pubblicistica di settore, diffondono la falsa verità che tutto dipenda dalle apparecchiature. Forse perché la pubblicità che permette alle loro testate di sopravvivere riguarda proprio quelle. Viceversa sugli sforzi che ciascuno compie in proprio per migliorare le condizioni operative dell’impianto, aumentando così la propria esperienza, si guadagna poco o nulla.
Lo stesso va detto per lo smorzamento delle risonanze interne ai contenitori, aspetto del tutto trascurato dalla produzione di serie ma di valenza fondamentale ai fini della sonorità dell’impianto. Questo non solo per i giradischi e le apparecchiature a valvole, ma un po’ per tutti i componenti, come si può rilevare facilmente sperimentando al riguardo.
Di sicuro l’installazione centrale delle apparecchiature dell’impianto rispetto ai diffusori un vantaggio ce l’ha ed è quello di permettere la massima riduzione per la lunghezza dei cavi, altro elemento in genere trascurato ma di grande importanza.
Quindi come vediamo se allontanando si guadagna per un verso, si perde con un altro. Si tratta quindi di una questione di compromessi la cui entità e i risultati ottenibili variano da impianto a impianto. A questo proposito rinunciando ai subwoofer mefitici, tipici dell’ancor più mefitico audio-video e non solo, di sicuro si elimina alla radice una fonte del problema.
Resta il fatto che, come fai rilevare, la componente visiva assume un rilievo fondamentale anche nelle attività idealmente volte a coinvolgere soprattutto l’udito.
Proprio all’ascoltare con gli occhi, e alle altre forme di ascolto creativo o comunque non convenzionale è dedicato il prossimo articolo che sarà pubblicato, e che sto ancora scrivendo.
Quanto all’onanismo, forse è meglio non toccare questo tasto. Del resto è proprio la fruizione della riproduzione audio a generarlo, trattandosi di attività spesso svolta in solitaria, e come tale propedeutica anche a forme di vero e proprio autismo, se possibile ancora peggiori. Le conseguenze sono evidenti: basta frequentare forum e gruppi dedicati sui social per comprenderne la portata, inerente l’impossibilità di intraprendere un discorso non basato sui luoghi comuni più triti, che per l’intolleranza tipica di alcune fazioni non di rado viene fatto trascendere in rissa.
Quanto alla musica, sono perfettamente d’accordo. Ecco perché, sia pure nei miei poderosi limiti, cerco di dare ad essa e agli argomenti correlati una parte importante dello spazio del sito. Organizzato in modo tale da avere una categoria specificamente dedicata al riguardo: Musica e Supporti. Come tutte la altre ha il suo motto, che recita: “Senza la musica gli impianti audio non avrebbero motivo di esistere”. Credo sia sufficientemente esplicativo della mia posizione al riguardo.
Detto questo, spero che continuerai a essere un assiduo del sito e inviare commenti di cotanto rilievo.
A presto!