Gli LP che spaccano – Lew Soloff “Hanalei Bay”

Come già rilevato nella prima puntata di questa rassegna, gli LP che spaccano non sono quelli che suonano semplicemente bene, ma quelli che suonano meglio, e di parecchio. Riproducendoli l’impianto si esalta. Ma se per caso non va nemmeno con il loro impiego, forse è meglio valutare un intervento sulla sua composizione e messa a punto.

Desidero fare ancora una volta presente che, a questo riguardo, è mia ferma intenzione tenermi alla larga dalla banalità delle cosiddette registrazioni per audiofili.… Vai all'articolo

I dischi di febbraio 2022

In quest’edizione della rubrica dedicata a nuove uscite e ristampe discografiche, l’apertura è riservata a un album di alcuni mesi fa, che stante la sospensione prolungatasi per più di qualche tempo non c’è stato modo di presentare.

Stiamo parlando di “Zappa ’88: the last U.S. show” di Frank Zappa, pubblicato su CD doppio e LP quadruplo. Come spiega il titolo, si tratta della registrazione dell’ultima serata in terra americana di quella che sarebbe stata la sua ultima tournée in assoluto, peraltro sfortunata, quella del 1988.… Vai all'articolo

Gli LP che spaccano – Jack DeJohnette “Tin can alley”

Gli LP che spaccano non sono quelli che suonano semplicemente bene, ma quelli che suonano meglio, e di parecchio. Riproducendoli l’impianto si esalta. Ma se per caso non va nemmeno con il loro impiego, forse è meglio valutare un intervento sulla sua composizione e messa a punto.

Penso sia quasi inutile dire che, a questo riguardo, mi terrò alla larga dalla banalità delle cosiddette registrazioni per audiofili. Tranne qualche caso, si parlerà di album destinati al normale mercato discografico, sia pure d’élite, termine che per una volta assume un significato buono.… Vai all'articolo

I dischi di dicembre 2021

Dopo un periodo di sospensione, riprende la tradizionale rassegna di dischi che elenca i titoli più interessanti in uscita, tra inediti e riedizioni, nell’offerta del mercato discografico.

D’altronde questo è un sito che nel suo piccolo si oppone alla deriva inerente lo spossessamento del supporto e dei relativi contenuti a danno dei musicisti e dei veri appassionati di musica e di riproduzione sonora di qualità elevata. Per questo, entro breve la rassegna sarà affiancata da un’altra iniziativa che spero possa trovare l’apprezzamento degli appassionati.… Vai all'articolo

Sony PS-FL9, il giradischi che credeva di essere un lettore CD

Quando si è in procinto di lanciare un nuovo sistema di riproduzione, radicalmente diverso da tutto quel che c’è stato fino al momento prima, e con la consapevolezza che non sarà trascurato alcunché per far si che abbia non solo il successo maggiore ma elimini qualsiasi concorrenza nel tempo più breve, può accade di sovrastimare gli effetti che da esso deriveranno.

Prendendo atto delle nuove modalità operative e delle funzioni che sarebbero state permesse dal formato audio digitale e dal supporto che lo avrebbe reso fruibile, il CD, non era così fuori dal mondo pensare che sarebbero state desiderate anche nella riproduzione dei “vecchi” dischi analogici.… Vai all'articolo

La pulizia del disco nero

Croce e delizia degli appassionati di riproduzione sonora, ai tempi d’oro dell’analogico e oggi per i molti chi si rivolgono o sono tornati ad esso, è la gestione del supporto vinilico.

In particolare per quello che è da sempre il suo punto debole principale, l’attitudine a sporcarsi.

Essendo fatto appunto di vinile, materiale incline di per sé a caricarsi elettrostaticamente, l’LP è un attrattore efficacissimo di polvere e contaminanti vari. Questi vanno a depositarsi nei suoi solchi e, pressati dalla puntina che scorre in essi, poi con l’aiuto dei grassi utilizzati per facilitare il distacco dalla pressa di stampaggio e tranne casi rari  mai più rimossi, col tempo causano disturbi all’ascolto e non sono semplicissimi da rimuovere.… Vai all'articolo

Dischi vinilici: a 33 o 45 giri?

Come accade con una certa regolarità, i frequentatori di “Il Sito Della Passione Audio” inviano domande in apparenza banali che invece implicano una serie di questioni piuttosto complesse, per analizzare le quali non basta lo spazio da dedicare a una comune risposta ma è necessario ricorrere a un intero articolo.

Questo è il caso anche della domanda fatta da Arcangelo, che andiamo a leggere.

Gent.mo sig. Claudio
l’altro giorno mi sono imbattuto in un filmato nel quale un ragazzo mostrava il suo ultimo acquisto: un vinile a 45 giri ma di dimensioni simili a un classico LP.

Vai all'articolo

Vinile anni ’70 e insonnie audiofile

Un appassionato di vecchia data mi ha inviato il messaggio pubblicato di seguito. Dato che l’argomento da lui sollevato non è solo d’interesse generale ma ha una serie d’implicazioni non indifferente, per analizzarlo con un minimo di esaustività è necessario lo spazio di un articolo vero e proprio invece di quello occupato dalla solita risposta.

Vediamo innanzitutto cosa scrive:

Buongiorno, i complimenti per ciò che scrive e come, cosa non indifferente. La profondità tecnica e i collegamenti interdisciplinari, diciamo, rendono i suoi articoli molto interessanti e densi, buon materiale per fare riflessioni complesse.

Vai all'articolo

L’obi dell’analogico

Nel gergo dei collezionisti di materiale discografico, l’obi è la fascia posta sugli LP di stampa giapponese che riporta in ideogrammi il titolo dell’album, il suo autore ed eventualmente i partecipanti alla registrazione. Si tratta di un oggetto dalla funzione pratica sostanzialmente nulla nel mondo occidentale, tuttavia la presenza o l’assenza di questo particolare possono influire in maniera considerevole sulla valutazione dell’LP di cui fa parte.

Del resto ogni forma di collezionismo ha la sua componente compulsiva e malgrado si tratti di un accessorio in origine ideato per funzioni meramente utilitaristiche, ha assunto in qualche modo lo status di oggetto di culto.… Vai all'articolo

Vinile, che fare?

La parabola compiuta dal vinile, e più in generale dal sistema di riproduzione analogico nel corso degli ultimi quattro decenni, ritengo sia per molti versi emblematica.

Non era ancora arrivato a esprimere fino in fondo il suo potenziale, quando è stato sostanzialmente eliminato. Non tanto dal digitale, quanto dalla vera e propria frenesia, strumentale, che ha caratterizzato le diverse fasi di sviluppo e diffusione dell’allora nuovo formato. Ne sono stati contagiati per primi i suoi ideatori e sviluppatori, anche per via dell’urgenza di rientrare nel più breve tempo possibile degli investimenti affrontati al riguardo, ma soprattutto la stampa di settore.… Vai all'articolo