Analogico a lettura ottica e altre prelibatezze

Roberto mi scrive:

Buondi’ Sig. Cecchi.

scrivo per ringraziarla degli articoli sul “giradischi” veramente interessanti, anche se avrei aggiunto parimenti trattatazione teorica (semmai come link).

Comunque di seguito la mia domanda: con il ritorno all’analogico si è andata completando la piu’ completa disalfabetizazione di ascolto musicale negli ultimi cinqunt’anni. Prima il passaggio al digitale comunque e dovunque, ora il ritorno al “ANALOGICO” finto (se non sbaglio oggi tutta la musica è registrata in digitale, non piu’ tramite i vecchi REVOX a 19 cm/sec.),Vai all'articolo

Abbinamento braccio – testina fra teoria e pratica

Antonio mi scrive:

Salve. Nel ringraziare per la saggezza (e la chiarezza) che attraverso questo blog dispensi agli audiofili, vorrei porre una domanda, per capire meglio il tema dell’interfacciamento braccio-testina.

Posseggo un braccio “The Wand” (un braccio unipivot in carbonio) con il giradischi omonimo, che suona con una testina Shelter 501 II. Al momento dell’acquisto, avevo ascoltato l’insieme dal rivenditore e verificai anche la compatibilità meccanica con i dati “di targa”. IL braccio, infatti, ha massa 12,5 mentre la testina ha massa 8,1 g e cedevolezza 9 x 10-6 cm/Dyne.

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Liquefare l’analogico? No, grazie.

Roberto mi scrive:

Gentile Claudio,
mia moglie, caratterizzata da WAF e finezza audiofila elevatissimi, quando metto su un LP se ne esce sempre distrattamente con fasi insindacabili del tipo: “…è un’altra cosa…”. E sì che il CD player che abbiamo è quanto di meglio io abbia mai sentito a costi relativamente accettabili (4.000 $), infatti ci piace molto…

Ma è accaduto che dopo 40 anni di servizio se ne andò il pre. Verificata l’impossibilità di ripararlo me ne sono costruito uno a tubi solo linea, rimandando la realizzazione in proprio di un riaa quando ne avessi avuto il tempo e mi fossi imbattuto in un progetto convincente.

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Pressori fonografici, come e perché

Tra le rare misure che almeno a livello teorico potrebbero avere qualche significato nell’ambito della riproduzione sonora, ci sono quelle riguardanti i giradischi, in merito alla velocità di rotazione e alle fluttuazioni della stessa.

Spiegano con quale precisione un giradischi sia in grado di approssimare il numero di giri prestabilito, di solito 33 e 1/3 al minuto oppure 45, e poi di mantenerlo il più possibile fisso, senza rallentamenti od oscillazioni attorno al valore nominale.

In realtà per i giradischi dotati di motore sincrono la velocità di rotazione è stabilita dalla frequenza di rete, che nel continente europeo è di 50 Hz ed il cui  valore può essere variato solo a prezzo di difficoltà estreme.… Vai all'articolo

Sony PS-FL9, il giradischi che credeva di essere un lettore CD

Quando si è in procinto di lanciare un nuovo sistema di riproduzione, radicalmente diverso da tutto quel che c’è stato fino al momento prima, e con la consapevolezza che non sarà trascurato alcunché per far si che abbia non solo il successo maggiore ma elimini qualsiasi concorrenza nel tempo più breve, può accade di sovrastimare gli effetti che da esso deriveranno.

Prendendo atto delle nuove modalità operative e delle funzioni che sarebbero state permesse dal formato audio digitale e dal supporto che lo avrebbe reso fruibile, il CD, non era così fuori dal mondo pensare che sarebbero state desiderate anche nella riproduzione dei “vecchi” dischi analogici.… Vai all'articolo

La pulizia del disco nero

Croce e delizia degli appassionati di riproduzione sonora, ai tempi d’oro dell’analogico e oggi per i molti chi si rivolgono o sono tornati ad esso, è la gestione del supporto vinilico.

In particolare per quello che è da sempre il suo punto debole principale, l’attitudine a sporcarsi.

Essendo fatto appunto di vinile, materiale incline di per sé a caricarsi elettrostaticamente, l’LP è un attrattore efficacissimo di polvere e contaminanti vari. Questi vanno a depositarsi nei suoi solchi e, pressati dalla puntina che scorre in essi, poi con l’aiuto dei grassi utilizzati per facilitare il distacco dalla pressa di stampaggio e tranne casi rari  mai più rimossi, col tempo causano disturbi all’ascolto e non sono semplicissimi da rimuovere.… Vai all'articolo

Contraddizioni in Hi-Fi

Come in ogni settore ad elevato contenuto tecnologico, per orientarsi nell’offerta ogni giorno più vasta di apparecchiature hi-fi è necessario conoscere dispositivi, tecniche, modalità d’impiego, principi funzionali, parametri e altro ancora.

Anche quando si è raggiunta buona dimestichezza con uno scibile che oltre a risultare di comprensione difficoltosa per i “non addetti ai lavori” impone un aggiornamento continuo, che se si tiene alla propria salute mentale occorre a un certo punto lasciar perdere, è facile incappare in qualche passo falso.… Vai all'articolo

Fonorivelatori: MM o MC?

Se esiste un ambito in cui il dualismo è all’ordine del giorno, è proprio quello della riproduzione sonora amatoriale.

Stato solido contro valvole, digitale contro analogico, sospensione pneumatica contro bass reflex, dotazione essenziale contro manopole e lucine e così via: di esempi se ne potrebbero fare fino alla noia e oltre.

L’essenziale sembra sia schierarsi, intrupparsi in una fazione per quale che sia, secondo una logica più indicata per  tifoserie da stadio sempre più inclini a trasformarsi in gruppi di ultràs, che per esseri umani le cui azioni dovrebbero essere sperabilmente improntate al raziocinio.… Vai all'articolo

Dischi vinilici: a 33 o 45 giri?

Come accade con una certa regolarità, i frequentatori di “Il Sito Della Passione Audio” inviano domande in apparenza banali che invece implicano una serie di questioni piuttosto complesse, per analizzare le quali non basta lo spazio da dedicare a una comune risposta ma è necessario ricorrere a un intero articolo.

Questo è il caso anche della domanda fatta da Arcangelo, che andiamo a leggere.

Gent.mo sig. Claudio
l’altro giorno mi sono imbattuto in un filmato nel quale un ragazzo mostrava il suo ultimo acquisto: un vinile a 45 giri ma di dimensioni simili a un classico LP.

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Vinile anni ’70 e insonnie audiofile

Un appassionato di vecchia data mi ha inviato il messaggio pubblicato di seguito. Dato che l’argomento da lui sollevato non è solo d’interesse generale ma ha una serie d’implicazioni non indifferente, per analizzarlo con un minimo di esaustività è necessario lo spazio di un articolo vero e proprio invece di quello occupato dalla solita risposta.

Vediamo innanzitutto cosa scrive:

Buongiorno, i complimenti per ciò che scrive e come, cosa non indifferente. La profondità tecnica e i collegamenti interdisciplinari, diciamo, rendono i suoi articoli molto interessanti e densi, buon materiale per fare riflessioni complesse.

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