OTTIMIZZAZIONE

Come dicevo nella pagina dedicata alla panoramica dei servizi da me offerti, qualsiasi categoria di apparecchiature si presta all’ottimizzazione, a partire dalle sorgenti per finire ai diffusori, passando per le amplificazioni.

A questo proposito credo sia molto importante sfatare un mito, di cui ho potuto verificare l’esistenza presso numerosi appassionati.

Riguarda la convinzione che le apparecchiature siano “intoccabili” e la loro realizzazione, forse in virtù del nome del loro costruttore, sia per definizione ai massimi livelli possibili.

In realtà le cose stanno in maniera alquanto diversa.

Per una serie di motivi, contenimento dei costi, differenziazione delle prestazioni tra modelli di prezzo diverso, disponibilità o addirittura inesistenza di determinati componenti al momento della loro realizzazione, molto di rado le apparecchiature audio sono messe dai costruttori nelle condizioni di esprimere il meglio delle loro potenzialità.

Spesso, anzi, sono gravate da scelte che a prima vista si riterrebbero incomprensibili, ma trovano una giustificazione nella logica della produzione industriale e nelle economie di scala in essa applicate.

Un altro fattore di rilevanza notevole a questo riguardo è dato dalle necessità di ordine commerciale. Prima fra tutte il differenziare le prestazioni di ciascun modello in base al prezzo di listino e alla posizione che gli viene attribuita nell’offerta del costruttore.

Ne consegue che le apparecchiature di grande serie, a qualsiasi ordine di prezzo appartengano, soffrono delle limitazioni in termini di doti sonore conseguenti alle scelte fatte dai loro costruttori, sulla base di motivazioni che non hanno molto a che vedere con l’ottenimento delle migliori prestazioni possibili.

Andando a intervenire su quegli elementi, si ottengono risultati di grande rilievo, per l’entità del miglioramento che comportano.

Non solo, interventi simili hanno dalla loro anche l’economicità, nel raffronto alla spesa che sarebbe necessaria per ottenere miglioramenti paragonabili procedendo in maniera più ortodossa, ossia mediante la sostituzione dell’apparecchiatura completa con un’altra di costo maggiore.

Non è irrealistico pensare che con la spesa di qualche centinaio di euro si ottengano risultati pari o superiori a quelli che si avrebbero spendendo somme cinque o dieci volte maggiori per l’acquisto di apparecchiature nuove.

Spesso anzi, andando alla ricerca di miglioramenti mediante la sostituzione di un’apparecchiatura con un altra, si finisce con il trovarsi alle prese con gli stessi problemi, o con altri di entità equivalente, come dimostra la perenne insoddisfazione di tanti appassionati che adottano questo modo di procedere.

Ciò deriva appunto dalla mediocrità di fondo delle scelte fatte in sede di produzione, in primo luogo riguardo alla componentistica da adottare ma non solo, che per forza di cose va a ripercuotersi sulle doti sonore delle apparecchiature che ne sono gravate, al di là delle soluzioni tecniche che adottano.

Proprio questo è il motivo per cui dalla ricerca dell’apparecchiatura definitiva, tipica degli scorsi decenni, oggl si è passati all’estremo opposto, acquistando solo cose di sicura rivendibilità. Specchio fedele della consapevolezza che, nove volte su dieci, il nuovo acquisto sarà insoddisfacente come e più di quello vecchio. Lo mostrano gli innumerevoli commenti sui forum di settore, nei quali tanti appassionati si dicono pentiti di aver venduto la tale o la tal altra apparecchiatura.

Ma invece di comprendere che in quel modo di procedere c’è un marchiano errore di fondo, continuano imperterriti la compra-vendita. Che può anche essere divertente, ma con l’ascolto di musica nel modo più opportuno non ha molto a che vedere.

Volendo pervenire a risultati concreti, è meglio agire in modo diverso. Trovata un’apparecchiatura che si apprezza, cercare di trarne il massimo ottimizzandone appunto le parti deboli della componentistica, che di sicuro ci sono, anche nei prodotti più costosi o blasonati.

 

Questo argomento verrà affrontato in maniera più ampia nell’articolo intitolato “L’hi-fi al tempo della crisi”, che sarà in linea a breve.

Riguardo alle ottimizzazioni, talvolta si tende a pensare che non ha molto senso spendere poniamo 300 euro, per intervenire su un lettore CD o un paio di diffusori che ne valgono a malapena 500.

In realtà il punto non sta nel valore di partenza dell’oggetto da ottimizzare, ma nelle doti sonore che acquisirà in seguito all’intervento. Esse per molti versi saranno superiori a quelle di apparecchiature di ben altro prezzo. Soprattutto, non ne replicheranno le limitazioni tipiche, conseguenti alle scelte proprie della grande industria, che abbiamo esaminato per sommi capi in precedenza.

Un altro elemento meritevole di attenzione, per le ottimizzazioni, riguarda la loro stessa definizione. Di esse si tratta e non di vere e proprie modifiche, dato che le scelte di base del progetto non vengono alterate. Per il rispetto che si deve alle apparecchiature stesse e al loro progettista, genere di persona che di solito sa il fatto suo. Quindi si vanno a sostituire gli elementi la cui scelta d’origine deriva dalla ricerca del risparmio, con altri di qualità comprovate per doti sonore e affidabilità.

Ciò significa innanzitutto non snaturare il progetto di partenza. Lo si mette invece nelle condizioni di esprimere in maniera più compiuta il proprio potenziale, condizione in cui si scopre che non di rado apparecchiature economiche, proprio per via della loro semplicità, possono diventare un osso molto duro da rodere per esemplari di blasone anche molto maggiore.

A livello dell’affidabilità, anch’essa trae notevole vantaggio proprio dalla qualità maggiore della componentistica, invece di andare a suo detrimento come potrebbe accadere in caso di modifiche sostanziali a livello circuitale.

 

Ottimizzare i diffusori

Riguardo ai diffusori, il rifacimento del crossover, sempre rispettando valori e frequenze d’incrocio scelti dal progettista ma utilizzando componentistica realmente di qualità, o meglio audiophile e sostituendo il cablaggio interno, si ottengono risultati che lasciano ogni volta di stucco per il vero e proprio salto qualitativo che se ne ottiene.

Crossover esterno per B&W 803
Crossover esterno per B&W 803

Procedendo nel modo appena descritto, le caratteristiche timbriche di base del diffusore restano immutate, quelle che cambiano sono le sue doti sonore, trasposte su un livello parecchio superiore.

Quanto al cablaggio interno, anch’esso ha un’importanza fondamentale. In primo luogo perché spesso non ci si rende conto che non è sufficiente sostituire il cavo tra amplificatore e diffusori, quando poi all’interno di questi ultimi ci sono spesso metri e metri di cavo, non sempre all’altezza della situazione.

Questo vale tanto più per i diffusori moderni, dato che essendo spesso imperniati su più altoparlanti in parallelo che emettono sulla stessa gamma di frequenze, hanno i rispettivi cavi di collegamento che all’atto pratico vanno a moltiplicare l’influsso prodotto da ciascuno di essi sul segnale che gli passa attraverso.

Rimuovendo anche in parte gli elementi negativi di tale influsso, il beneficio sulle caratteristiche di riproduzione diventa lampante.

Un esempio riguarda una coppia di diffusori studio monitor JBL a 4 vie, appartenenti alla prestigiosa serie 43. Di eccellenza proverbiale con il rock, il jazz e gli strumenti elettrici, quando gli si fa riprodurre musica eseguita con strumenti acustici evidenziano tutti i loro limiti. Che poi sono quelli attribuiti in genere ai diffusori JBL e a quelli di tipologia assimilabile, al punto che per convenzione questo problema viene attribuito al loro stesso DNA.

Niente di più inesatto: in seguito al rifacimento del crossover e del cablaggio interno, le caratteristiche con i generi più graditi sono grandemente migliorate, ma come di norma negli interventi di ottimizzazione, è proprio dove si trovavano in difficoltà che si è potuto verificare il salto di qualità maggiore.

Ora ci si può ascoltare senza problemi anche la musica classica, che sia da camera o addirittura sinfonica. A livelli qualitativi perfettamente in linea con quelli dimostrati sui generi con i quali gli Studio Monitor JBL sono proverbialmente più a loro agio.

Credo sia proprio in questo esempio  l’indicazione più attendibile per la portata dei risultati ottenibili mediante un’ottimizzazione del diffusore effettuata con criterio.

Ottimizzazione crossover e cablaggio per B&W 804 Matrix
Ottimizzazione crossover e cablaggio per B&W 804 Matrix

 

Il vintage e le ottimizzazioni

Le elettroniche vintage sono forse quelle che traggono il vantaggio maggiore da interventi siffatti. In primo luogo perché i loro condensatori elettrolitici sono “stanchi”. Anch’essi come le valvole hanno una vita utile ben precisa, e sostituendoli l’apparecchiatura ritrova sonorità pimpanti, meglio definite e caratterizzate da maggiore dinamica.

Se ne avvantaggia ancor più l’affidabilità, dato che gli elettrolitici invecchiati potrebbero perdere appunto l’elettrolita, liquido estremamente corrosivo che andrebbe a mangiarsi le piste degli stampati o addirittura altri componenti, da cui rotture di riparazione difficile se non impossibile.

Ecco perché all’acquisto di elettroniche vintage, soprattutto se di valore e pur se perfettamente funzionanti, è sempre consigliabile procedere con la sostituzione di tali componenti.

Inoltre, le tolleranze tipiche dei componenti di un tempo erano meno precise di quelle di oggi. Quindi sommando quelle di ciascun componente si finiva con prodotto reale di caratteristiche piuttosto lontane da quelle teoriche, stabilite in sede di progetto.

Per i diffusori vale lo stesso discorso: il cablaggio interno sarà quasi sicuramente ossidato, almeno in parte. Già montandone uno fresco i vantaggi in termini sonori saranno molto evidenti. Procedendo anche alla sostituzione di resistenze e condensatori si avrà un ulteriore rimarchevole miglioramento.

Crossover ottimizzato per Yamaha NS 690. I componenti originali avevano valori diversi del 20-30% e più dal valore nominale. Dopo l'intervento il diffusore ha potuto lavorare finalmente secondo quanto stabilito dal progettista.
Crossover ottimizzato per Yamaha NS 690. I componenti originali avevano valori diversi del 20-30% e più dal valore nominale. Dopo l’intervento il diffusore ha potuto lavorare finalmente secondo quanto stabilito dal progettista.

Inoltre si darà finalmente la possibilità agli altoparlanti di lavorare nelle condizioni previste dal loro progettista. Infatti i componenti montati all’origine hanno tolleranze del 20% o più. Sostituendoli con elementi moderni, dalle tolleranze anche 10 volte minori, la precisione di emissione del diffusore aumenta percettibilmente, elemento rilevabile anche a orecchio.

Se poi si tiene conto anche delle caratteristiche sonore della attuale componentistica audiophile, incomparabilmente superiori a quelle dei componenti generici d’epoca, il salto qualitativo si fa enorme, ma ancora una volta senza andare a influire sul carattere e l’equilibrio complessivo del diffusore, che resta immutato.

Molti diffusori del passato infine, e anche diversi dei tempi recenti, utilizzano condensatori elettrolitici. caratterizzati da capacità anche elevate ma da doti sonore non all’altezza. Sostituendoli con dei validi elementi in polipropilene, si avrà un ulteriore sensibile miglioramento.

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