I dischi di Aprile

Per il mese di Aprile mi sembra giusto che la precedenza, nella consueta rassegna discografica, vada attribuita alla nuova uscita di Chick Corea. Osservandone la traiettoria artistica nel corso degli anni, ho avuto a volte l’impressione che sia un tipetto particolare, caratterizzato dai tratti di una certa qual mania di grandezza. Le proporzioni dell’evento da cui è stata tratta la sua ultima fatica, oltre al titolo che vi è stato attribuito, credo vadano a suffragare concretamente quell’idea. “The Musician” è stato registrato dal vivo in occasione del settantesimo compleanno del pianista, caduto nel 2011, per il quale ben 10 gruppi si sono succeduti sul palco del Blue Note Club. Tra gli artisti più in vista che hanno partecipato all’evento ci sono Herbie Hancock, Stanley Clarke, Wynton Marsalis, John Mc Laughlin e Bobby Mc Ferrin. Nell’occasione non potevano mancare i Return to Forever e la Elektric Band, i progetti di Corea che hanno avuto il successo discografico maggiore. La confezione è composta da 3 CD e un Blu Ray e andrà in distribuzione dal prossimo 21 Aprile. Inevitabile chiedersi per quale motivo sia stato necessario attendere tutti questi anni prima di dare alle stampe un documento di rilievo simile. Misteri del business discografico e delle sue logiche imperscrutabili, che al cambiare dei settori merceologici sembrano restare sempre gli stessi.

Un altro disco importante nell’ambito delle nuove uscite jazzistiche è “Frescalalto” di Lee Konitz. Tra gli ospiti vale la pena di menzionare Kenny Barron, pianista degli Sphere, gruppo che ha raccolto l’eredità di Thelonious Monk e continuandola ne ha reso partecipi le generazioni degli appassionati di jazz successive a quelle degli anni ’50 e ’60.

Da Eliane Elias arriva  “Dance Of Time“: la pianista brasiliana che a suo tempo ebbe il compito per nulla facile di sostituire uno come Don Grolnick nella prima edizione extragiapponese degli Steps, per motivi contrattuali denominata Steps Ahead, seppe cavarsela in maniera parecchio brillante. Ne ebbe così grande visibilità presso gli appassionati di jazz moderno, che da parte sua ha saputo mantenere con una produzione discografica di alto livello artistico e di indubbia originalità. Per il nuovo disco, alla sezione ritmica tutta brasiliana affianca ospiti di gran calibro come Mark Kibble dei Take 6, Mike Mainieri, vibrafonista degli Steps, e l’ex marito Randy Brecker.

Tra le riedizioni, credo che una menzione speciale sia meritata da “The Duke At Tanglewood“, che vede Duke Ellington accompagnato dalla Boston Pops Orchestra diretta da Arthur Fielder. La riedizione vinilica è curata da Classic Records su supporto da 180 grammi. Sony Legacy propone un’immancabile riedizione dal catalogo di Miles Davis, che stavolta riguarda uno dei capolavori assoluti del trombettista, “Sketches Of Spain“. Sempre per i trombettisti, ma stavolta in un’ottica più legata al free, da Pure Pleasure arriva “Music, Wisdom, Love” di Don Cherry. ECM pubblica invece “Solstice” del chitarrista Ralph Towner.

Per il rock e pop vediamo innanzitutto l’anteprima del disco di Paul Weller, “A Kind Revolution“, che uscirà il prossimo 12 Maggio e arriva in occasione del quarantennale della carriera del musicista inglese. E’ il tredicesimo disco di Weller, che si avvale ancora una volta dei collaboratori più fidati del gruppo che lo accompagna dal vivo, cui si affiancano nomi come Boy George e addirittura Robert Wyatt, che non si limita a cantare in un brano ma suona anche la tromba.

Sempre per il rock, ci occupiamo per qualche istante del nuovo album degli Hawkwind, gruppo che ha ben 45 anni di attività alle spalle. Si intitola “Into The Woods” ed è stampato dalla Cherry Red. A detta del leader, Dave Brock, il nuovo disco è in parte la prosecuzione della storia iniziata con il precedente “The Machine Stops”, che ha avuto un buon successo, essendo entrato nella Top 40. Fatto questo alquanto inconsueto per un gruppo di tale esperienza, che credo meriti una riflessione riguardo alle politiche tipiche delle major, da troppo tempo attente solo a fabbricare a ripetizione fenomeni da sfruttare commercialmente fino in fondo nel periodo più breve, secondo una politica assolutamente distruttiva per il lato artistico della faccenda. Proprio in questo modo hanno condotto il mercato discografico alla situazione attuale, che ne vede gli elementi di interesse praticamente esclusivo nelle opere realizzate nel passato, generalmente remoto, in cui le logiche di profitto erano decisamente meno legate all’assolutismo di oggi. Malgrado una realtà così evidente, le major proseguono imperterrite nella loro azione priva di senso.

Continuando con il progressive, merita una menzione la riproposta dei primi due dischi degli IF, Rispettivamente “IF” e “IF 2“. Si tratta di un gruppo dimenticato dai più, ma che si mise in evidenza all’inizio degli anni ’70 per le influenze jazzistiche della sua musica e per la rinuncia all’impiego delle tastiere. Il ripescaggio è opera della Repertoire. Ear Music invece ha appena rieditato “Marbles In The Park” dei Marillion, gruppo che magari non ha brillato per l’innovatività della sua proposta, ma quantomeno ha dimostrato l’esistenza di uno spazio per il progressive anche nel momento in cui è sembrato che la sua popolarità fosse totalmente e definitivamente azzerata. In attesa naturalmente di un ritorno che ha finito con il rivelarsi poderoso, in una sorta di parallelo se vogliamo con la traiettoria percorsa dalle sorgenti analogiche.

Saltando dall’altra parte dell’oceano, non può essere trascurata una tripletta che ripropone alcuni tra gli aspetti più interessanti del rock americano. Sto parlando di “Surrealistic Pillow” dei Jefferson Airplane pubblicato da We Are Vinyl, vera pietra miliare nella discografia del gruppo e non solo, cui si affiancano “Shady Grove” di Jerry Garcia e David Grisman, edito dalla Mobile Fidelity Sound Lab, e “California ’62 The Early Years” che ripercorre le fasi relative agli esordi di Janis Joplin, pubblicato da Jambalaya.

Visto che questo sembra essere il mese degli anniversari, la Elektra pubblica l’edizione del cinquantennale di “The Doors“, disco d’esordio del gruppo di Jim Morrison. La riedizione è confezionata in un libro a copertina rigida dalle dimensioni della copertina di un vinile e include la rimasterizzazione del mix stereo originale dell’album, oltre alla prima edizione su CD della versione mono. Il pacchetto include anche la ristampa su vinile della registrazione mono e un terzo CD che contiene la registrazione del concerto del 7 Marzo 1967 al Matrix di San Francisco che segnò l’irruzione del gruppo sulla scena musicale. Il CD deriva dalle registrazioni originali del concerto che si credevano perdute ma sono state recuperate recentemente. L’edizione pubblicata nel 2008 proveniva infatti da nastri di terza generazione. La qualità sonora con cui è stato reso l’evento, quindi, dovrebbe essere significativamente maggiore.

UMC si segnala invece per due uscite interessanti, “Bayou County” dei Creedence Clearwater Revival e soprattutto “Fresh Cream” dei Cream, in un’edizione definita Super De Luxe. Si tratta effettivamente di una riedizione monstre, da ben 6 LP da 180 grammi, abbinata a un libro di 64 pagine a copertina rigida. I 6 LP includono le versioni mono e stereo dell’album, il primo del gruppo, una lunga serie di session di registrazione e di alternate takes, oltre a due degli show dei Cream per la BBC, l’ente radiotelevisivo inglese, la session del programma “Saturday Club”, registrata l’8 Novembre 1966, e quella del programma “R & B Club” registrata il 9 Dicembre, sempre del 1966.

 

 

 

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