Andrea mi scrive:
Salve Claudio,
mi chiamo Andrea e sono entrato nel mondo dell’hi-fi da qualche anno.
Il mio impianto è composto da un lettore digitale Yamaha CD-S 700, un amplificatore integrato valvolare Audiospace Galaxy 34 e diffusori Indiana Line Diva 665.
La mia domanda è la seguente: quanto vale la pena spendere per un impianto hi fi? Il mio dubbio è che ad un certo punto,ci sia più opulenza che qualità effettiva.
Sono pieno di dubbi: vorrei un suo consiglio e la ringrazio anticipatamente.
Cordiali saluti
Caro Andrea, grazie della tua domanda e della considerazione.
Inizierei con l’invitare te e gli altri frequentatori del sito a darmi del tu, come si conviene tra appassionati.
Diciamo poi che se tutti i neofiti in campo audio fossero muniti di un amplificatore a valvole, la situazione sarebbe meno grigia di come la si dipinge!
Del resto mi dici che è già qualche anno che ti interessi di riproduzione sonora e quindi ritengo abbia ormai superato la fase in cui ritenersi un esordiente.
Sebbene sia fatto di poche parole, il quesito che mi poni è estremamente complesso, per la varietà di elementi su cui si deve articolare una risposta degna di questo nome. In ogni caso vai a toccare uno dei punti dolenti della situazione attuale. Come ho avuto modo di rilevare più volte, la corsa al miglioramento dell’estetica, o meglio alla cosmetica, ha resto il contenitore più importante del contenuto. Non solo in termini industriali e commerciali, ma anche per un numero crescente di appassionati.
A questo proposito ti consiglio la lettura di due articoli: “Quel che si vede è di camicia…” e “La percezione della qualità“.
Resta comunque il fatto che ancora non si è individuato il limite delle prestazioni in termini di qualità sonora ottenibile da un impianto. Nella mia ricerca personale, pur essendo arrivato a livelli che definirei piuttosto interessanti, riassunti per sommi capi in “impressioni di un ascolto“, ogni qualvolta eseguo un intervento sul mio impianto, diciamo così a carattere sperimentale, riscontro che le prospettive di miglioramento che ripongo in esso vengono largamente superate, dando spesso luogo a passi in avanti maggiori del previsto, non solo in termini diciamo così quantitativi, ma che vanno a interessare parametri inattesi. Lo stesso avviene quando intervengo su apparecchiature o diffusori altrui.
Quindi dal mio punto di vista, ammesso la si voglia, di consistenza ce ne sarebbe a iosa. Come sempre però, molto dipende dalle leggi economiche che regolano un qualsiasi settore commerciale. La sua storia ha dimostrato più volte che perseguire un livello qualitativo troppo elevato non è pagante e anzi può condurre rapidamente al termine dell’attività. Più proficuo invece è investire in attività di PR, pubblicità, palese ma soprattutto occulta, veste estetica e così via. Badando a ridurre all’osso i costi vivi che si dedicano al nocciolo duro dell’apparecchiatura, così da massimizzare il profitto derivante dalla sua commercializzazione.
Se si tiene conto di queste cose, il tuo dubbio risulta molto ben giustificato: d’altronde viviamo in un sistema che riconosce esclusivamente la legge del profitto e queste ne sono le conseguenze, a ogni livello. Si parla tanto di merito, pretestuosamente, ma quello che conta davvero è il profitto. Chi non ne fa abbastanza, domani dovrà abbassare la saracinesca, qualunque sia il livello qualitativo delle apparecchiature che propone.
E’ evidente che questa realtà influenzi fortemente l’offerta sul mercato delle apparecchiature audio, soprattutto da parte dei marchi più consolidati, che proprio per il loro status dimostrano di aver applicato la lezione nel modo più opportuno.
Ciò non toglie che possano esistere altre realtà che offrono oggetti più significativi in termini musicali, anche se purtroppo nell’ambito della produzione di serie sembra inevitabile lo scontrarsi con quella mediocrità di fondo che rappresenta l’elemento comune alla stragrande maggioranza dell’offerta attuale, al di là del suo prezzo.
Poi è anche una questione di sensibilità: alle mie orecchie gli impianti più grandi e pretenziosi suonano quasi sempre gravati da problemi più fastidiosi di quelli messi in evidenza da impianti più piccoli ma curati con una certa attenzione, elemento che sarà preso in esame in un articolo di prossima pubblicazione.
Diciamo che al tuo livello di miglioramenti possibili ce ne sono ancora molti, forse non a prezzi impossibili. Decidere se ne valga la pena o meno è ancora una volta una questione molto personale, legata a desideri, sensibilità e ovviamente disponibilità economica. In funzione di essa un determinato miglioramento può essere valutato in maniera del tutto opposta.
Credo di capire che tu saresti orientato a migliorare il tuo impianto, se possibile anche di parecchio, ma ti spaventa non poco la spesa necessaria. Questo è il limite più grande del settore che riguarda la riproduzione audio, in particolare dal punto di vista di un giovane, che con gli stipendi che girano attualmente ha ben poco da scialare. Anche perché non deve pensare solo all’impianto ma anche a farsi una vita.
Sotto questo profilo ti invito caldamente a tenere sempre a mente che la qualità sonora ottenibile non è mai solo una questione di apparecchiature. Soprattutto a certi livelli le condizioni in cui le si fa funzionare e in generale gli elementi di contorno diventano di importanza addirittura preponderante. Quindi un impianto buttato lì alla rinfusa non sarà mai un impianto ben suonante, anche se costa centinaia di migliaia di euro. Invece uno molto più economico ma ben curato può dare risultati che con l’altro non si vedrebbero manco col cannocchiale.
Per ottenere certe cose occorrono sensibilità, buona volontà da parte dell’utilizzatore e anche una certa dose di inventiva oltre alla voglia di sperimentare. Ma siccome queste sono cose su cui a livello commerciale non guadagna nessuno, e anzi si perde, dato che curare al meglio un impianto può evitare di spendere in continuazione per cambi di apparecchiature che lasciano quasi sempre il tempo che trovano in termini puramente qualitativi e permettono in genere spostamenti laterali, le fonti di informazione allineate di queste cose non ne parlano. Se proprio devono, cercano di farlo il meno possibile. Oltretutto confondendo quasi sempre le carte in tavola, anche per via della scarsa o nulla attitudine al riguardo da parte di chi opera in certi ambienti.
Non mi hai detto dove risiedi, ma se vuoi iniziare a farti un’idea di certe cose e del fatto che per ottenerle non serve assolutamente rivolgersi ai nomi più celebrati del settore, spendendo cifre impossibili, il mio invito è innanzitutto di leggere gli articoli del sito. Quelli già pubblicati, dai quali si possono trarre diversi suggerimenti, e quelli che verranno. E poi di cercare di perfezionare quello che si possiede, a meno naturalmente che non sia gravato da limiti troppo pesanti, e di metterlo nelle condizioni in cui può esprimere il meglio. Si vede così dove può arrivare e quali sono i suo i veri limiti, che impareremo a comprendere molto meglio, e solo a quel punto sostituire uno o più componenti. Poi se ti fa piacere sei invitato a visitare la mia saletta, dove ti sarà possibile toccare con mano certe cose, il che vale più di mille discorsi.
Fermo restando che se hai altre domande saranno sempre le benvenute. Mi fa sempre molto piacere cercare di aiutare come posso gli appassionati alle prime armi. In particolare quelli che si pongono con educazione e voglia di imparare, come nel tuo caso. Noi vecchiacci serviamo proprio a questo, almeno dal punto di vista della condivisione, che resta uno dei valori che reputo fondamentali a livello umano, anche riguardo a questo settore, letteralmente prosciugato dall’arrivismo e dalla sete di denaro di troppi individui.