AMPLIFICATORE INTEGRATO AUDIO 2C PF-1T

 

Nel definire l’idea di integrato che intendevo realizzare, sono partito dal dubbio per eccellenza che attanaglia l’appassionato evoluto, quando si trova alle prese con la scelta di un nuovo amplificatore.

 

LA SCELTA TRA INTEGRATO E DUE TELAI

Ognuna delle due soluzioni ha le sue peculiarità, rispetto alle quali non è mai facile prendere una posizione netta, finendo spesso per lasciarsi trasportare da considerazioni che esulano dalle questioni concernenti doti sonore e prestazioni.

Si arriva così al punto in cui ci si fa prendere per stanchezza dal primo oggetto in cui ci si imbatte, che sembri adatto alle necessità.

In altri casi ci si trova costretti alla scelta per certi versi più rinunciataria, per motivi di spazio e di costi, che è quella dell’amplificatore integrato.

Occupando meno spazio di un pre e finale, è di più facile installabilità negli spazi ristretti. Inoltre, non avendo bisogno di un cavo di collegamento tra i due telai, elimina un elemento di incertezza, potenzialmente in grado di limitarne le prestazioni.

A questi vantaggi si contrappone di solito una realizzazione rinunciataria per le componenti più importanti di una qualsiasi amplificazione, che in ultima analisi va a influire proprio sulle caratteristiche sonore e funzionali, compromettendo il piacere d’ascolto e d’impiego da parte dell’utilizzatore.

Da queste considerazioni è nata l’idea del PF-1T, che già nella sigla riassume le sue caratteristiche.

PF-1T sta per Pre e Finale in 1 Telaio, soluzione atta a mettere d’accordo una volta e per tutte le esigenze che portano a preferire l’amplificatore integrato oppure il due telai.

L’amplificatore, quindi, comprende al suo interno un’elettronica in tutto e per tutto simile al finale stereofonico Mos ST-1, cui è stata affiancata una sezione di preamplificazione.

Diversamente da quel che avviene di solito in questi casi,  il preamplificatore non è di tipo passivo, ma attivo. Quindi è dotato dello stadio di guadagno e soprattutto di una sezione di alimentazione del tutto indipendente da quella dei finali, fin dal trasformatore toroidale. Proprio come avviene nelle amplificazioni a due telai.

In pratica, l’unico componente condiviso dalle alimentazioni di pre e stadi finali del PF-1T è il cordone di rete.

 

PREAMPLIFICATORE

Il preamplificatore adotta esclusivamente componenti attivi di tipo discreto, scelta alquanto inconsueta dato che negli amplificatori integrati di prezzo abbordabile è più diffuso l’impiego di circuiti integrati, soluzione più sbrigativa ed economica, ma penalizzante le doti sonore.

Gli stadi di guadagno della sezione pre operano in Classe A. Ciascun componente attivo, quindi, si trova in conduzione per la totalità della sinusoide che descrive il segnale audio e non solo per una semionda. Si tratta della modalità operativa che sottopone i componenti attivi a condizioni di lavoro più impegnative e comporta un assorbimento di corrente largamente maggiore. Richiede pertanto un dimensionamento più generoso della sezione di alimentazione del preamplificatore, ma assicura per contro doti sonore ben più esplicite, data l’assenza delle distorsioni che vanno a generarsi nel passaggio della conduzione tra un componente attivo e l’altro nelle Classi operative meno efficaci dal punto di vista delle doti sonore.

I condensatori sul percorso del segnale audio sono di tipo audiophile, soluzione semplicemente inimmaginabile anche per integrati di costo molto più elevato.

L’alimentazione del preamplificatore si avvale come abbiamo detto di un trasformatore toroidale sovradimensionato e di una sezione di filtraggio altrettanto generosa, che assicura un afflusso di energia sovrabbondante per qualunque condizione di esercizio.

Il preamplificatore che fa parte dell’integrato PF-1T è per forza di cose di linea.

Non comprende quindi lo stadio phono, essenzialmente per motivi di spazio interno. Se ne sarebbe potuto adottare uno dal livello di integrazione particolarmente spinto, soluzione che però ne avrebbe compromesso le prestazioni, andando a rappresentare un elemento di palese contraddizione per un amplificatore integrato come il PF-1T, che proprio dell’eccellenza delle doti sonore fa il suo primo obiettivo.

A seconda dei desideri dell’acquirente, il PF-1T può essere equipaggiato con un numero di ingressi da 4 a 6.

Le prese d’ingresso sono del tipo con isolatore in teflon, le uniche dalle caratteristiche all’altezza del prodotto, quando invece anche elettroniche di ben altro costo adottano ormai connettori dotati di isolante in plastica.

Il selettore d’ingresso è un raffinato Palazzo a contatti dorati, mentre il potenziometro del volume è un Alps RK27, scelto di solito soltanto per preamplificatori di prezzo ragguardevole.

 

SEZIONE DI USCITA

Gli stadi finali sono a Mosfet è impiegano una sola coppia di elementi attivi per canale, soluzione che offre le migliori garanzie in termini di qualità sonora, abbinate a un’erogazione di potenza più che sufficiente per l’impiego in qualsiasi ambiente domestico. La loro topologia è improntata come sempre alla semplicità, in considerazione del fatto che riducendo il numero di ostacoli che si interpongono al passaggio del segnale audio, si riesce a preservarne maggiormente le caratteristiche proprie, da cui doti sonore migliori.

L'interno dell'amplificatore integrato Audio 2C PF-1T
L’interno dell’amplificatore integrato Audio 2C PF-1T

Si tratta come abbiamo detto della stessa sezione di uscita dell’amplificatore Mos ST-1, che quindi è basata su una configurazione dual mono alloggiata su stampati fisicamente separati per i due canali.

L’alimentazione comprende un trasformatore toroidale da 500 VA, abbinato a una batteria di condensatori di filtraggio da 8 elementi da 4700 microFarad ciascuno, bypassati uno a uno per mezzo di condensatori in polipropilene. Ciascuno dei due quartetti di condensatori è equipaggiato da un doppio rail in rame massiccio da 2 mm di diametro atto a massimizzare l’afflusso di energia verso gli stadi di uscita.

Il ponte a diodi può sopportare tensioni di 1500 Volt e un amperaggio sovrabbondante rispetto alle necessità degli stadi finali, garantendo una carica dei condensatori all’altezza delle condizioni d’impiego più gravose.

Il profilo del PF-1T è completato infine dall’impiego di cablaggio interno realizzato totalmente a mano con rame solid core e isolamento esclusivamente in teflon.

Si tratta di un elemento fondamentale per la qualità sonora dell’integrato, oltreché irreperibile negli amplificatori di qualsiasi prezzo.

Non ha senso del resto, dal punto di vista della qualità sonora, usare cavi di collegamento tra le apparecchiature più o meno costosi, per poi lasciare al loro destino quelli interni, che non di rado hanno una lunghezza complessiva pari a un multiplo di quelli esterni.

Le doti sonore del PF-1T sono caratterizzate dall’erogazione generosa di potenza, e dalla dinamica eccellente, che determina bassi esplosivi e ben articolati. Vi si abbinano nitidezza, resa del dettaglio, ariosità e presenza degli esecutori nell’ambiente d’ascolto difficilmente riscontrabili in amplificatori integrati anche di classe elevata.

 

PERSONALIZZAZIONE ESTETICA

L’estetica comprende manopole in alluminio ricavate dal pieno e un’ampia scelta di frontali: anodizzato nero o chiaro da 4 o da 10 mm, oppure in metacrilato nero, come nella foto di apertura, o fumè.

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Ulteriori possibilità di personalizzazione estetica riguardano il telaio, che può avere fiancate lisce o lavorate, oltre ai pannelli posteriore, superiore e inferiore in ferro verniciato a polvere o in alluminio anodizzato nero.

Il PF-1T è disponibile inoltre nelle versioni con pre passivoZR, caratterizzata da doti sonore ancora più raffinate.